A cura della Redazione
“Cava Sari satura prima della fine dell’estate? Non sono d’accordo con le previsioni catastrofiche dei comitati antidiscarica”. Con questa considerazione, l’assessore all’Ambiente di Pompei, Amato La Mura, ha liquidato l’ipotesi di chiusura anticipata della discarica vesuviana, che l’ente di gestione ha previsto per la fine del 2011. Relativamente alle iniziative ambientali in cantiere nel comune di Pompei, nell’ambito dell’asse formato dalle 18 municipalità dell’area vesuviana, costituito al fine di fronteggiare la crisi spazzatura, La Mura ha fatto riferimento ad una recente delibera della giunta comunale che prevede l’installazione di impianti di trattamento del secco, compostaggio dell’umido, nonché lavorazione della carta e del vetro in aree messe spontaneamente a disposizione della comunità locali. La strategia adottata dai Comuni del cratere del Vesuvio si può definire con una locuzione che in questi giorni è di moda a Napoli e provincia: “metodo De Magistris”. Vale a dire, una forma di raccolta differenziata "porta a porta" che raggiunga vette massime nel risultato percentuale definitivo a cui è collegato il riutilizzo ed il riciclo della spazzatura. I 18 comuni della zona rossa, con il loro progetto “alternativo”, recepito con una delibera di giunta a Pompei come nel resto dalle 18 amministrazioni comunali dell’area, si sono sentiti esenti dall’impegno di fornire al presidente della Provincia, Luigi Cesaro, l’indicazione di un sito alternativo concordato per una nuova discarica, che dovrebbe sostituire al suo esaurimento Cava Sari. A chi gli fa presente che appare improbabile arrivare a Pompei all´80 per cento di raccolta differenziata, partendo dalla punta di del 47per cento raggiunta nell’ultimo periodo, dato (almeno) necessario per far decollare il progetto studiato a tavolino dai 18 paesi del vesuviano, La Mura risponde che la differenza per arrivare a percentuali minime di secco la fa l’impianto del suo trattamento (ne sono previsti due per tutta l’area). Macchina strategica in quanto riesce a fare una selezione definitiva di tipologia dei rifiuti, portando il secco da bruciare nei termovalorizzatori, a livelli molto bassi (nell’ordine del 10–15 per cento) rispetto ai rifiuti totali prelevati nel comprensorio. MARIO CARDONE