A cura della Redazione
Al vaglio del consiglio superiore per i beni culturali il progetto operativo che prevede l’intervento dello Stato negli scavi archeologici di Pompei e degli altri siti vesuviani. Il piano prevede interventi a pioggia sul tracciato archeologico Sanp. Si parla di messa in sicurezza, restauro e manutenzione per complessivi trentanove interventi nell’area archeologica di Pompei, due in quella di Ercolano, due ad Oplonti, uno a Poggiomarino, uno a Boscoreale, cinque nel territorio circostante Baia e Pozzuoli, uno a Napoli ed uno a Nola. E’ la dimostrazione che il crollo della Schola Armaturarum ha portato lavori di restauro in tutta l’area archeologica della Provincia di Napoli. In questo caso non ci sono eccezioni perché il finanziamento dell’iniziativa è statale. Al contrario, nascono critiche e riserve da parte dei sindacati e dal ceto dirigente locale quando si utilizzano gli incassi annuali del botteghino degli Scavi di Pompei. Il piano complessivo degli interventi programmati prevede un totale di euro 85.002.873,53, mentre il piano finanziario per l’attuazione del Progetto Operativo 2001/2013 prevede un impegno economico di 105 milioni di euro. Su di esso c’è il netto dissenso della Segreteria Nazionale della Uil in merito all’impiego di risorse per l’importo di 8 milioni e 200 mila euro per l’effettuazione di rilievi, verifiche e indagini idrogeologiche così come per la spesa di 1 milione e 800 mila euro per il piano di rafforzamento di capacity building. I rilievi saranno compiuti con la metodologia utilizzata per l’area archeologica di Roma (Domus Aurea) che consiste nel trattare una costruzione antica in tre/quattro giorni, con laser scanner e/o 3d fotoscanner e analisi da parte di un’equipe formata da archeologo, architetto e strutturista. La Uil, da un lato, ha ricordato che per Pompei esiste già un “piano della conoscenza”, dall’altro ha chiesto al ministro Giancarlo Galan di attivare una regolare procedura concorsuale per quanto riguarda i rilievi e le indagini sulla stabilità dei parchi archeologici. In alternativa potrebbe essere impegnata nella procedura d’indagine conoscitiva la stessa Soprintendenza di Napoli-Pompei, considerato che è già partita con un primo intervento sistematico a Pompei attraverso l’impiego di propri fondi. “La Segreteria Nazionale della Uil chiede che le risorse previste per Pompei e le aree circostanti siano interamente impiegate con procedure pubbliche e trasparenti senza fare regali alla lobby universitaria delle consulenze. La Uil ha promesso che vigilerà su tutta la partita legata all’impiego delle risorse. E’ pronta, così come ha fatto in passato, a denunciare eventuali impieghi distorti di risorse pubbliche", fanno sapere dal sindacato. MARIO CARDONE