A cura della Redazione
La Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, al fine di contrastare il fenomeno del randagismo negli Scavi, ha stipulato un protocollo di intesa con il Comune di Pompei e il Dipartimento di Prevenzione della ASL Napoli 3 Sud, enti competenti in materia, e con la LAV (Lega Antivivisezione) che già ha intrapreso un progetto di tutela degli animali nel sito archeologico finanziato dal Commissariato all’emergenza. La convenzione stipulata prevede quanto già concordato negli anni scorsi, senza portare a risultati apprezzabili per quanto riguarda la presenza di cani randagi pericolosi all’interno del parco archeologico. Almeno così si sono espressi i sindacati recentemente. Nel corso dell’ultimo mese,gli stessi sindacati hanno denunciato all’opinione pubblica due incidenti verificatesi negli Scavi di Pompei in due giorni consecutivi, causati da animali diversi. Nello specifico furono morsi prima un custode e poi altri due turisti. Le attività concordate ultimamente prevedono il censimento, la cura e la sterilizzazione dei cani, nonché la promozione di adozioni. I costi (per i microchip) saranno sostenuti dal Comune di Pompei, mentre la Soprintendenza offrirà il supporto logistico al progetto. Anche questa volta la convenzione è limitata all’area degli scavi e non estesa a tutto il territorio circostante (almeno per quanto riguarda Pompei) come se si potesse circoscrivere il controllo del randagismo ad una sola zona. Non risulta, inoltre, che il Comune abbia messo in bilancio risorse finanziarie sufficienti per allestire un canile municipale. Inoltre il protocollo ultimamente firmato si limitata ad iniziative di tutela e non di contrasto. Pare che sulla valenza dell’operazione della convenzione siano state manifestate perplessità dal ceto professionale comunale che segue il fenomeno del randagismo. MARIO CARDONE