A cura della Redazione
“Punto Scommesse - Casinò on Line” praticava il gioco d’azzardo clandestino facendolo passare per regolare. Secondo gli inquirenti, il tutto avveniva in una sala regolarmente autorizzata con licenza comunale alla raccolta di puntate su giochi consentiti. E’ quanto hanno scoperto gli agenti di Polizia di Pompei, in stretta collaborazione con ispettori dell’Azienda autonoma preposta alla gestione del gioco a scommessa regolamentato per legge. Un’operazione congiunta di agenti di Polizia di Pompei, appartenenti al commissariato diretto del vicequestore aggiunto Antonio Cristiano, in collaborazione con un nucleo di funzionari dell’Azienda Autonoma Monopolio di Stato (che regolamenta il lotto e gli altri giochi a scommessa disciplinati dalla legge), ha consentito di scoprire venerdì mattina il giro non autorizzato di scommesse di gioco d’azzardo. L’iniziativa ha comportato alla fine la richiesta di revoca della licenza commerciale, il sequestro dei monitor e dei terminali utilizzati per il gioco e la denuncia all’Autorità Giudiziaria competente del titolare della sala gioco. Il blitz, messo a segno nella sala giochi di via Lepanto, ha consentito di appurare, carte alla mano, che il business di “Casinò on Line” era alimentato da scommesse anziché dalle ricariche dei conti di gioco. In poche parole, in quella sala, con vari espedienti, si usava la copertura del gioco legale per praticare clandestinamente quello d’azzardo. Si raccoglievano le puntate e si incassavano le poste, inoltre si procedeva al pagamento delle vincite. La ditta agevolava e favoriva il gioco on line, praticato in loco con il pagamento diretto delle vincite (attività illegale). L’iniziativa era chiaramente diretta ad coinvolgere maggiormente i giocatori al fine di aumentare la platea della clientela. Venivano messi a disposizione videoterminali collegati direttamente al sito www.scommesse.it. Gli agenti di polizia hanno proceduto al sequestro di undici terminali con monitor touch screen, sei di questi incastonati sul tavolo da gioco. Inoltre, due postazioni telematiche, utilizzate dal titolare, erano collegate a tre monitor rivolti verso il pubblico più una stampante. MARIO CARDONE