A cura della Redazione
In una splendida mattinata di fine marzo, è stato commemorato il 150° anniversario dell’Unità d’Italia (1861-2011). Grande raduno sulla sommità di via Vesuvio, angolo Mons. Giuseppe Tortora, per la deposizione di una corona di alloro sulla lapide dei caduti dell’11 novembre e successiva partenza di un folto corteo al seguito del labaro Comunale, con sfilata lungo il centro storico cittadino e arrivo in prossimità dell’Erma monumentale ai caduti della Prima Guerra mondiale (1915-1918), recentemente ristrutturata a cura del locale Gruppo Sportivo “Umberto Granato”, presieduto dall’encomiabile Peppe Solimeno. Al seguito del primo cittadino Gennaro Cirillo e degli studenti delle scuole locali, i volontari dell’AVO e tante altre rappresentanze trecasese. Al saluto del sindaco, che ha sottolineato delicatamente lo scopo della significativa manifestazione, per la quale ha chiesto un minuto di raccoglimento ai presenti, sono, poi, seguiti i ringraziamenti dovuti a quanti si sono prodigati, in uno col Gruppo “U. Granato”, per la realizzazione del restauro del Monumento ai caduti della Prima Guerra mondiale, progettato dall’architetto Crescenzo Izzo e completato il 15 aprile del 1956 (opera promossa dall’iniziativa del dr. Andrea Spera, all’epoca titolare della sede farmaceutica di Trecase e già ufficiale farmacista in congedo). L´evento ha visto protagonisti i ragazzi della Scuola Media Istituto Comprensivo “Sancia d’Angiò”, presieduta dal prof. Francesco Ventorini, i quali si sono abilmente esibiti con farse e scritti attinenti alla stessa celebrazione commemorativa. Ha dato la sua pregevole impronta di partecipazione, in uno con tutta la sua affascinante parata militare, la fanfara del 10° BTG dei carabinieri “Campania” ed un picchetto con lance del Comando R.F.C. Regione Campania dell’Esercito Italiano, arricchito dalla presenza femminile di due bellissime ragazze porta corona. Al solito, molto toccante l’intonazione del “Silenzio”. Come pure tanto commovente l’esibizione finale della banda musicale della Scuola d’Angiò, applauditissima per l’esibizione dell’Inno di Mameli. NINO VICIDOMINI