A cura della Redazione
Alle ore 19.00 di venerdì 25 marzo, presso l’Auditorium della Parrocchia Sant’Antonio di Padova in Via Regina Margherita, l’associazione Culturale LOGOS, presieduta dalla instancabile prof.ssa Lina Lupoli presenterà “Per chi suona il calascione? Epopea della scugnizzeria” di Luciano Sommella. Il libro omaggio allo “scugnizzo”, probabilmente la più nota figura storica della cultura partenopea, edito da Graus per la collana "Gli specchi di Narciso", è l’ultima fatica letteraria di Luciano Sommella, sociologo, autore di numerosi racconti per l’infanzia. Luciano Sommella nasce a Napoli nel 1936. Per molti anni è educatore e volontario per minori a rischio. Tra il 1963 e il 1999 è direttore degli Istituti penali minorili “Nisida” e “Filangieri” di Napoli e docente di "Metodologia del servizio sociale" presso l’Università degli studi di Napoli Federico II. Nell’ultima fase della sua carriera è direttore dei Centri Giustizia Minorile Campania e Molise, dirigente superiore del Ministero di Grazia e Giustizia, nonché membro di numerose associazioni educative come il Gruppo pro-adolescenti del Ministero degli Interni, Arci ragazzi e Agesci. Presenteranno l’opera il sociologo Gianmarco Pisa, la prof.ssa Lina Lupoli, presidente della LOGOS. Sarà presente l’autore, che attiverà un dibattito sull’opera. Da come recita nella prefazione dell’opera Enzo Ciaccio sottolinea che: Gli scugnizzi napoletani costituiscono un’etnia in estinzione, sono vittime di un genocidio di massa, di uno sterminio spietato e radicale, che la società del consumismo ha voluto e sta perpetrando sotto gli occhi inerti del mondo. Tempi cupi viviamo e sopportiamo. Imbanditi a una tavola addobbata di niente. Dalle ceneri della straordinaria scugnizzeria è nata e prospera sciagurata, una generazione di adolescenti napoletani da terzo millennio, tutti uguali, masterizzati, incolonnati, ricchi di telefonino e camicie firmate, di tasche gonfie di soldi sporchi e cocaina, di testa vuota di valori e invece sazia di simulacri di morte, maturati abbeverandosi alla imperante pseudo-cultura televisiva degli aiutini e dell’ignoranza. NINO VICIDOMINI