A cura della Redazione
Giovanna Tufarelli, ex vice presidente della società comunale Aspide, ha fatto ricorso alla carta bollata per intascare i gettoni di presenza arretrati. Si parla di un gruzzolo di circa 8 mila euro che le dovranno essere versati, più gli interessi e gli oneri accessori. E’ stato un incarico politico, il suo, dal momento che la Tufarelli, esponente del Partito Democratico, è stata eletta, negli anni scorsi, nella direzione provinciale. Fu insediata per interessamento del sindaco di Pompei, Claudio D’Alessio, sulla poltrona di vicepresidente della società comunale Aspide, che gestisce la casa di riposo per anziani “Carmine Borrelli”. Incassò regolarmente le spettanze del primo anno. Successivamente, non sono stati più firmati i mandati per lei e per il presidente in carica dello stesso periodo, Domenico Mancini. Presumibilmente la decisione fu originata dalla crisi finanziaria dell’Aspide che, a quanto pare, prosegue tutt’ora. Il deficit di cassa si formò a causa delle vertenze di lavoro mosse dai dipendenti per l’applicazione del contratto nazionale. Lo squilibrio dei suoi bilanci costringe ogni anno l’Amministrazione comunale ad intervenire con congrui versamenti. Insieme alla Tufarelli, anche l’ex presidente Mancini vanta gli arretrati. Lui, al contrario della Tufarelli, non ha aperto vertenze a causa di un diverso rapporto con D’Alessio. Il capogruppo dei consiglieri comunali Pd è un fedelissimo del sindaco di Pompei, inoltre ha dichiarato pubblicamente di aver considerato il suo incarico nell’Aspide alla stregua di un volontariato a favore degli anziani disagiati di Pompei. Sta di fatto che la vertenza economica avviata dalla Tufarelli è sintomo del suo radicale mutamento di rapporti con la seconda gestione amministrativa targata D’Alessio, che ha portato al vertice dell’Aspide un’altra donna, Maddalena Malafronte, sempre del Pd. La seconda gestione Aspide ha anche registrato le dimissioni, successivamente rientrate, del direttore generale Sirano. MARIO CARDONE