A cura della Redazione
E’ prevista, per lunedì, la prova più difficile per la tenuta della maggioranza politica di Claudio D’Alessio in questa fase amministrativa. Dovrebbe essere sottoposta al voto del Consiglio comunale una delibera di variante al piano regolatore su cui c’è qualche riserva. Nonostante la forza dei numeri (14 su 20 consiglieri), potrebbero esserci colpi di scena. E’ possibile, in primis, che il presidente Serrapica debba registrare qualche assenza. Se rimane l’ordine dell’ultima riunione dei capogruppo (nella serata di ieri una riunione di maggioranza potrebbe aver cambiato la scena) andrà al voto una delibera di variante al piano regolatore per consentire all’imprenditore di un’azienda chimica di una trentina di dipendenti di ristrutturare gli impianti industriali per motivi produttivi e di adeguamento alla normativa ambientale (secondo gli indirizzi ispettivi Asl). Accertato che si tratta di un’operazione pienamente legale, come dimostrano i numerosi certificati di autorizzazione, le conferenze di servizio e l’autorevole parere legale di un consulente esterno (Marone) restano il nodo politico. Una variante è notoriamente una procedura “eccezionale” nel senso che con essa si consente l’utilizzo di un suolo in deroga all’indirizzo prefigurato (che vale per tutti gli altri) dal piano regolatore. Da una parte i favorevoli al provvedimento hanno messo in risalto la necessità di salvare la fabbrica che deve adeguarsi alla normativa di legge. Inoltre, si vuole salvare l’ultima realtà industriale rimasta a Pompei e con essa il futuro di una trentina di famiglie. Altri, invece, contestano la scelta perché preferirebbero risolvere questi problemi con il varo del PUC (Piano Urbanistico Comunale) che non dovrebbe tardare. Inoltre gli incerti sul provvedimento hanno fatto presente che Pompei, città notoriamente ad indirizzo turistico, manca di un’area industriale (quale poteva essere quella della Cartiera riconvertita però in area commerciale) mentre la fabbrica chimica in questione insiste in una zona ad indirizzo agricolo semi urbanizzata a causa di abusivismi residenziali coperti dal condono. Tematica squisitamente di ordine politico, quindi, aperta ad entrambe le soluzioni una volta stabilita la piena regolarità del provvedimento. Il resto attiene al campo di equilibri di forze che il capo della coalizione D’Alessio tiene sotto controllo. Nella riunione di ieri sera, il primo cittadino dovrebbe aver sondato gli umori dei suoi alleati e preso la decisione migliore per non concludere l’iniziativa con una brutta figura. Per completezza giova precisare che se nella maggioranza ci sono tensioni, nella minoranza le cose non vanno meglio dal momento che, a quanto pare, il consigliere comunale Giorgio Arpaia (Pdl) contesta l’atteggiamento troppo morbido tenuto nelle riunioni preliminari dal capogruppo Michele Genovese. MARIO CARDONE