A cura della Redazione
Ieri si é diffusa la notizia, da fonte sindacale, del crollo di un altro muro negli scavi di Pompei. Non è passato molto tempo che è arrivata la smentita della Sanp. “In merito al presunto crollo della domus di Trebio Valente - ha precisato la Soprintendenza - non si é verificato alcun ulteriore episodio di cedimento, salvo quanto già reso noto a seguito del crollo della Schola Armaturarum del 6 novembre scorso”. L’ufficio stampa della Sanp ha diffuso inoltre un comunicato nel quale è stato spiegato che nella domus di Trebio Valente sono, invece, in atto misure di salvaguardia per motivi di prevenzione. In effetti si sta procedendo ad opere di alleggerimento del terrapieno retrostante il triclinio estivo ed alla messa in atto di opere di puntellamento precauzionale. Si sarebbe attivata sul posto una delegazione dell’Università di Genova. In sintesi, i sindacati (che portano a loro testimonianza la segnalazione di un custode che sarebbe stata annotata nel famoso registro sequestrato dai carabinieri in ordine all’indagine aperta dalla magistratura) affermano che il muro è caduto per la pioggia di ieri mentre per la Soprintendenza era già crollato con la Scuola dei Gladiatori. Si tratta di un muro (3 metri per 3 metri) sul lato nord di via dell’Abbondanza, in direzione del famoso terrapieno che è causa della quasi totalità dei crolli degli ultimi giorni. La nuova segnalazione è insorta in piena visita degli ispettori Unesco che hanno intenzione di girare per tutta l’area archeologica vesuviana. Intanto, arrivano da Roma notizie di iniziative concrete per rilanciare Pompei antica. In primis, con la ricostituzione della soprintendenza autonoma, tornando alla configurazione organizzativa a suo tempo disegnata da Walter Veltroni che consentirebbe, come è stato durante la gestione Guzzo, una migliore tutela del monumento. Altra decisione importante del Mibac è la costituzione di una task force di archeologici, architetti, restauratori, storici e personale tecnico da affiancare a quello di Pompei. Il parere degli esperti è che l’affidamento di poteri speciali e aggiuntivi ad un soprintendente archeologo a tempo pieno che impieghi ordinatamente le risorse finanziarie ed umane con fondi autonomi può rappresentare la svolta decisiva per riavviare a pieno regime la macchina della tutela del monumento di epoca romana più famoso del mondo. MARIO CARDONE