A cura della Redazione
Sono arrivati a Pompei i ricercatori universitari dell’associazione “Rete 29 aprile”. Insieme a loro erano presenti un centinaio di manifestanti (docenti universitari, ricercatori, studenti e mamme vulcaniche) che si sono introdotti negli scavi di Pompei con il regolare pagamento del biglietto d’ingresso ed hanno srotolato davanti alle telecamere di numerose emittenti televisive uno striscione contro il ddl Gelmini, con la scritta ´Oggi Pompei, domani gli atenei´ e ´Governo della pubblica distruzione´. Gli scavi archeologici di Pompei si confermano così centro d’interesse a livello globale e vetrina mediatica d’immagini e messaggi di ogni tipo. Attualmente prevalgono le proteste e le rivendicazioni sindacali nei confronti del governo in carica. La manifestazione universitaria di questa mattina, come hanno dichiarato i partecipanti, "non nasce sotto alcuna sigla sindacale o politica se non quella della Rete29aprile dei ricercatori per una università pubblica, libera, aperta. Lo scopo è quello di invitare i parlamentari italiani a fare, sulla riforma universitaria, non una scelta politica ma una scelta di civiltà, preservando e difendendo l´università pubblica che è un bene collettivo. I manifestanti si sono radunati davanti alle pietre dell’edificio che una volta era la scuola dei gladiatori, crollata qualche settimana fa (simbolo mediatico assunto per rappresentare lo stato della cultura in Italia). Ricercatori e studenti, insieme alle "mamme vulcaniche" di Terzigno, dopo aver lanciato per circa un’ora messaggi contro lo sfascio di cultura ed ecologia del territorio, sono usciti dal parco archeologico per unirsi alla manifestazione promossa dalla rete 29 aprile per le strade di Pompei. Essa è stata seguita dagli uomini delle forze dell’ordine, anche se si è svolta nella massima correttezza. Per giovedì prossimo, invece, è stata convocata dinanzi all’ingresso di Porta marina (attesi un centinaio di lavoratori provenienti da tutti i musei della Campania) una manifestazione sindacale promossa dalla Filcams Cgil, congiuntamente alle rappresentanze Audiovideotour, Civita Musea e Pierreci Codess Campania. Si tratta di una vertenza dei precari delle ditte private che operano nella biglietteria, book-office, bagagli ecc.. La vertenza riguarda l’inserimento delle cosiddette «clausole sociali» (per il mantenimento del posto di lavoro) nei capitolati delle gare d’appalto che partiranno prossimamente. MARIO CARDONE