A cura della Redazione
Le guide turistiche di Pompei, aderenti all’associazione di categoria, incrociano le braccia. Secondo loro è stato vanificato dal consiglio di amministrazione della Soprintendenza Archeologica di Napoli e Pompei il risultato conseguito, con duro lavoro di mediazione, avviato dal prefetto Profili e portato a conclusione dal suo sostituto Marcello Fiori nell’incarico di commissario all’emergenza negli scavi archeologici di Pompei. Vale a dire la creazione di un protocollo di prenotazione per la visita degli scavi archeologici di Pompei accompagnato da guida turistica. Traguardo raggiunto lodevolmente dal commissario Fiori, che consiste nella creazione di un disciplinare per l’offerta del servizio Guide turistiche che rischia di saltare. Si ritornerà così al “vecchio” servizio di accompagnamento dei turisti praticato dai “ciceroni”. Un vero e proprio far west dove se ne sono viste e raccontate di tutti i colori. Numerosi gli episodi di risse ed aggressione, riportati dalla stampa nazionale, che hanno rovinato la reputazione turistica del sito archeologico vesuviano. In questi giorni il CdA della SANP, presieduto dalla neo incaricata Jannette Papadopoulos, ha passato la spugna sul risultato di quattro anni di mediazioni ed incontri di dirigenti statali incaricati a gestire Pompei per sciogliere questo nodo d’inciviltà, insieme ad altri, che insieme rappresentavano il degrado fuori gli scavi di Pompei. Una decisione con cui è stato bloccato, alla società concessionaria del servizio di biglietteria, il finanziamento per la gestione delle postazioni presso gli ingressi dell’area archeologica. Ritorna così il caos fuori dagli scavi, dove prevale il selvaggio monopolio di pochi contro il diritto di tutti (specialmente i giovani) di esercitare liberamente una professione di elevato profilo. L’Associazione Guide Turistiche Campane, unitamente ai sindacati di categoria, protesta per la cancellazione del risultato epocale raggiunto, primo ed unico esempio in Italia. “Con esso – è scritto in un comunicato ufficiale - si vanifica la qualità del servizio”. I sindacati Filcams Cgil, Cisl Fisascat e Uiltucs, uniti nella finalità di non interrompere il processo in atto, che ha anche avuto ottime ricadute a livello occupazionale, hanno dichiarato lo stato di agitazione della categoria in attesa di un positivo riscontro da parte della Soprintendenza, che in caso contrario la vedrà complice di un regresso alla vecchia situazione tanto deprecata. MARIO CARDONE