A cura della Redazione
La vendemmia di quest’anno, nel vigneto delle fontane a mosaico degli scavi archeologici di Pompei, beneficia di condizioni climatiche favorevoli (autunno soleggiato). La quantità è abbondante (circa 50 quintali per ettaro), la qualità ottima. Si è svolto, nella giornata di ieri, nel sito archeologico, il tradizionale taglio delle uve per la vendemmia 2010. Il futuro è la fermentazione in botti di rovere e l’imbottigliamento da parte di Mastrobernardino, sotto l’etichetta Villa dei Misteri. Siamo all’undicesima edizione. Alll´ormai consueto raduno, i professionisti della stampa si sono presentati puntuali ai vigneti dell’area archeologica. Ieri c´è stato anche l’annuncio di una nuova fase di sperimentazione sul “divin nettare”. La dottoressa Ciarallo, direttrice del Laboratorio di Ricerche della soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei, ha illustrato il risultato delle ricerche sui diversi utilizzi delle uve e dei suoi prodotti praticati nell’antica Roma: vale a dire, vini medicati e prodotti cosmetici. I primi, furono usati come medicine fino a tutto l’800. Erbe medicinali infuse nel vino, come l’assenzio, per curare il mal di testa ed il rosmarino per le coliche. Tra i prodotti cosmetici, invece, il famoso agresto, derivato dalla spremitura degli acini acerbi dell’uva, che costituiva nell’antichità la base dei più pregiati profumi, per poi essere utilizzato come condimento nella cucina popolare nei secoli successivi. Il Laboratorio di Ricerche Applicate della Soprintendenza, che da anni sperimenta sui vigneti di Pompei (e non solo) tenterà di indagare e presentare ai turisti i derivati dal vino al di fuori della tavola. Usi che hanno fatto conoscere Pompei in tutto il mondo perché il suo nome girava inciso sugli otri che contenevano la preziosa bevanda prodotta ai piedi del Vesuvio. Molti i turisti che, incuriositi dalla vendemmia in corso, hanno approfittato di un itinerario di visita alternativo (Foro Boario, Fontane a Mosaico, Domus della Nave Europa, Caupona del Gladiatore, Caupona di Eusino, Orto dei Fuggiaschi). L’iniziativa della produzione di uva da vino é nata nel 1994, su un’area limitata degli scavi, grazie agli studi di botanica applicata all’archeologia che interessa tutte le aree a vigneto della Regio I e II dell’antica Pompei, per un’estensione di circa due ettari. Il vino "Villa dei Misteri" è un mix di piedirosso e sciascinoso. MARIO CARDONE