A cura della Redazione
Si chiama Icaro la portantina inaugurata agli Scavi archeologici di Pompei. A montarvi sopra è stata una bambina disabile, accompagnata da una guida turistica che le ha illustrato la storia di Pompei antica e la tragedia della sua distruzione. E´ toccato, poi, a quattro volontari (presumibilmente delle Croce Rossa) aiutarla ad attraversare il percorso archeologico. Si riprende, così, una moda molto in voga all’inizio del ventesimo secolo, quando i protagonisti del gran tour giravano gli scavi di Pompei in portantina. A quei tempi però visitare il sito archeologico comodamente seduti in una portantina stile coloniale era una moda prestigiosa che accomunava i nobili agli intellettuali ed agli artisti mentre i facchini in divisa, che li portavano a spalla, sudavano le fatidiche quattro camicie. L’idea di tornare nei tempi moderni al mezzo di trasporto della portantina è venuta ad un originale operatore turistico di Pompei, che ha affrontato il problema del malore che colpisce frequentemente i visitatori anziani e malati (cardiopatici) a causa della sua durezza, specie nella parte iniziale: ”A questo punto bisogna trovare un rimedio”. Si è detto “l’Archimede” figlio di una popolazione che insieme al monumento Unesco è famosa per le trovate originali nel business secolare con i turisti. In questo caso, l’inventore di “Icaro” ha fatto le cose per bene rivolgendosi per la sua costruzione ad una ditta specializzata in attrezzi per disabili che ha utilizzato materiale ultraleggero e linee ergonomiche di ultima generazione. L’dea portante è stata quella di coniugare al design solidità e sicurezza. Inoltre è necessaria la comodità che deve consentire al malato o al disabile di trascorrere qualche ora in compagnia della cultura classica senza essere privato del massimo confort. Inutile dire che il modellino “Icaro” è stato regolarmente brevettato e che il suo inventore sono arrivate richieste d’informazioni non solo dalla direzione degli scavi di Pompei ma da associazioni di volontariato e di assistenza di malati ed infermi del mondo intero. MARIO CARDONE