A cura della Redazione
Il movimento referendario di Pompei contro il monopolio privato della gestione dell’acqua, dopo l’adesione con circa ottocento firme al referendum popolare per il ritorno al sistema dell’acqua pubblica (gestito a livello locale) in quanto bene indispensabile alla vita umana, ha fatto partire lunedì sera una precisa richiesta al sindaco Claudio D’Alessio: la convocazione di un Consiglio comunale monotematico sul problema dell’acqua a Pompei. Lo scopo è quello di stanare gli alleati per distinguerli dai falsi amici, vale a dire chi si è distinto negli ultimi tempi in proclami e manifestazioni a scopo elettoralistico. Lo scopo è di mettere insieme chi è sinceramente a favore dell’acqua pubblica, isolando chi rema contro al fine di mantenere (unitamente al potere privato) il sistema clientelare dei partiti locali che, inseriti nella gestione della Gori partecipano a pieno titolo alla sua lottizzazione vale a dire al sistema dei “favori” piuttosto che sulla gestione ottimale della risorsa idrica. Verifica essenziale prima della mobilitazione per la campagna del referendum (il voto è previsto per la prossima primavera) in cui dovranno scendere in campo istituzioni locali, partiti politici, associazioni e parrocchie al fianco dei cittadini che chiedono il ritorno all’acqua pubblica. “L’acqua è in bene sacro legato alla liturgia della Vergine”. Ha esordito il missionario comboniano Alex Zanotelli, che si è meravigliato del fatto che la lotta per l’acqua pubblica sia partita in ritardo in una città importante come Pompei. Il religioso si riferiva evidentemente alla presenza significativa della Chiesa cattolica nel suo tessuto sociale. Evidentemente, il religioso non è a conoscenza delle tematiche privilegiate dal vertice religioso locale che riguardano la ricerca di finanziamenti e di investimenti mirate alla valorizzazione dell’immenso patrimonio immobiliare lasciato da Bartolo Longo. “Il mercato trasforma tutto in merce - ha spiegato Zanotelli agli intervenuti nella sala consiliare (per la verità non numerosi) -. Togliere l’acqua al mercato significa togliere il profitto all’acqua, a difesa della salute dei ceti più deboli”. MARIO CARDONE