A cura della Redazione
"Ultimi giorni di Pompei" è il titolo del dibattito all’aria aperta che si è tenuto domenica mattina su un lato di piazza Bartolo Longo, con il contributo di sostegno, dichiarato a distanza a mezzo cellulare, del dirigente del partito della Libertà, Maurizio Iapicca. Creatività e spirito d’iniziativa sono doti a fondamento della proposta del Comitato Cincinnati che presenta il duo Bergamasco-Di Paolo in prima linea. Hanno mobilitato la macchina mediatica al fine di promuovere un progetto ambizioso che perseguono da tempo: adottare l’Anfiteatro finanziando il suo recupero architettonico con i soldi incassati dall’organizzazione di spettacoli ed eventi di elevato profilo. Al fine di sostenere il progetto del Comitato ma anche per tutelare l’identità del prestigioso monumento contro interessi esterni è stata lanciata la manifestazione “abbracciamociPompei” con cui si vuole formare una colonna umana destinata che gira intorno alle mura della città. Lo scopo è di far vedere l’attaccamento dei pompeiani al loro bene culturale. Lo stesso Bergamasco ha introdotto il dibattito di domenica, spiegando gli scopi della sua associazione: sensibilizzare l’opinione pubblica sul grado di reputazione (molto bassa) della classe dirigente, politica ed imprenditoriale, di Pompei dopo fatti di cronaca recente (commissariamento degli scavi, commissione di accesso al Comune e servizi stampa e televisivi sulla problematica prostituzione). Alla fine è arrivata la proposta di Sandro Bondi, ministro per i beni e le attività culturali, di creare una fondazione a partecipazione privata per la gestione del Scavi. “Il pericolo è che sia utilizzato questo attacco concentrico, contro la classe dirigente della città per estrometterla dalla gestione del parco archeologico”. Ha dichiarato Bergamasco, che non ha risparmiato frecciate alla direzione attuale del sito culturale (“chi ha interesse a trasformare Pompei in una Disneyland?”), criticando l’appalto dei ristoranti che, a suo dire, senza fare incassi significativi sacrificano spazi culturali ad interessi privati. MARIO CARDONE