A cura della Redazione
Il sindaco D’Alessio ha indetto un concorso di idee per il progetto di miglior stand espositivo per la vendita di souvenir (archeologici o religiosi) lungo via Roma ed in prossimità degli ingressi degli scavi archeologici. La delibera di giovedì scorso della giunta esecutiva pompeiana ha avviato la soluzione di un problema che si portava avanti da tempo senza soluzioni concrete. Il problema ha contribuito a creare gli attuali pessimi rapporti del sindaco di Pompei con il Commissario all’emergenza Fiori, tanto da non essere stato invitato nella manifestazione con il ministro Bondi ed il Presidente della regione Caldoro. Attualmente nelle aree d’interesse turistico del centro vesuviano sono installati gazebo che proteggono dal sole bancarelle sottostanti per la vendita di souvenir ed almanacchi turistici. Si tratta di banchi privi di estetica e difformi tra loro. Sono messe sui marciapiedi e spesso ostacolano il passaggio di persone anziane ed invalide. Per mettere ordine a questo caos commerciale l’amministrazione di Pompei ha deciso di bandire un concorso di idee per la realizzazione di un prototipo unico di bancarella che deve essere funzionale e decoroso. D’Alessio ha messo a fondamento della sua iniziativa la considerazione fondamentale che i beni culturali sono una risorsa strategica per lo sviluppo della città ed il miglioramento della qualità della vita della sua popolazione. Significa che gli interessi individuali dei commercianti sono al secondo posto. La soluzione progettuale prescelta una serie di requisiti. Sono stati precisati nel bando di gara l’utilizzo di prodotti reperibili in commercio e compatibili con le norme di sicurezza. E’ previsto un premio in denaro per i primi tre classificati al concorso di idee per il progetto di “bancarella tipo” di Pompei. In questo modo si compie un primo passo verso la riqualificazione commerciale del territorio nell’attesa di iniziative sanzionatorie del corpo dei vigili urbani sugli utilizzi abusivi di aree pubbliche e di rimozione di tendoni e di strutture mobili indecorose per una città turistica come Pompei. MARIO CARDONE