A cura della Redazione
E’ partita l’accusa di comportamento antisindacale nei confronti del Commissario all’emergenza degli Scavi di Pompei. Alcune sigle (UIL - FLP – RDB – CONFSAL-UNSA) che hanno chiamato ieri mattina in assemblea i lavoratori della ex soprintendenza autonoma di Pompei, hanno diramato alla fine della riunione un comunicato di diffida nei confronti del Commissario Marcello Fiori e della soprintendente archeologa Salvatore (che però si è messa in ferie nell’attesa di andare in pensione nel prossimo mese di aprile). Il comunicato attesta che alcuni custodi di Pompei hanno riferito in assemblea che il pomeriggio precedente Fiori avrebbe tenuto un incontro con il personale di vigilanza in cui avrebbe fatto pressioni indebite al fine di indurlo a disertare l’assemblea. Fiori avrebbe minacciato, in caso contrario, l’uso dei suoi poteri straordinari ed il ricorso alla vigilanza di privata. I sindacati hanno chiesto l’intervento del Direttore Regionale Mibac per fare chiarezza sulla vicenda. E’ stata anche annunciata la prosecuzione dello stato di agitazione del personale insieme ad iniziative di lotta. Va chiarito che presso la struttura vesuviana Mibac sono accreditati numerosi sindacati ognuno dei quali ha diritto di indire assemblee per un precisato numero di ore l’anno. Allo stesso tempo i lavoratori non possono partecipare a tutte le assemblee dal momento che anche per loro la legge ed il contratto nazionale prevede un numero limitato di ore di partecipazione. Ne deriva che la direzione aziendale fa il suo mestiere se si informa sul numero di custodi che non partecipano all’assemblea di una determinata giornata prima di decidere se aprire al pubblico il parco archeologico o protrarre l’orario di apertura dei cancelli alla fine dell’assemblea (che normalmente dura due ore). Altra cosa è se si fanno indebite pressioni sul personale di non partecipare alle assemblee. In questo secondo caso si prefigura attività antisindacale contro un diritto sancito dallo statuto dei lavoratori. L’accertamento dell’infrazione compete alla magistratura del lavoro sulla base di una precisa denuncia, che nell’ultimo caso non è stata fatta perché è stata preferita la strategia della mediazione di un organo superiore (direzione regionale od altro) del Ministero dei Beni Culturali. Nella giornata di ieri, nonostante la dichiarazione di forte presenza all’assemblea, gli Scavi sono stati regolarmente aperti al pubblico. In questo caso la direzione ha stimato di avere a disposizione almeno 21 custodi, vale a dire il numero minimo necessario, secondo gli accordi sindacali, per tenere aperto il sito archeologico. MARIO CARDONE