A cura della Redazione
Nel corso della conferenza del 10 marzo scorso (presente Bassolino) il commissario all’emergenza per gli Scavi di Pompei, Marcello Fiori, annunciò la firma di una convenzione con l’arcivescovo-prelato Carlo Liberati. Il contenuto della convenzione, Fiori si rifiutò di anticiparlo alla stampa ma pare proprio, secondo fonti bene informate, che egli intenda concedere al Santuario di Pompei un corridoio di accesso nel parco archeologico che parte dalla cittadella religiosa, precisamente dall’area meeting. In quella zona il Santuario (inteso nel suo complesso) e gli Scavi di Pompei sono confinanti. Basta il semplice abbattimento di un muro per ricavare il passaggio che servirebbe da ingresso speciale: giova ricordare a questo punto che il parco archeologico di Pompei ha già cinque punti di accesso nella città moderna di cui quattro aperti regolarmente al pubblico. Le conseguenze dell’apertura di questo sesto ingresso tutti le possono immaginare. Resterebbero spiazzati i titolari di parcheggi privati e commercianti dell’area urbana ed extra urbana (ambulanti di Porta Marina) a favore del business del Santuario. Difatti, farebbero affari il parcheggio del Santuario e le rivendite gestite dalle monache. Il risultato sarebbe una drastica riduzione degli incassi del commercio locale. Il sindaco D’Alessio si è già dichiarato contro l’ipotesi di tale iniziativa ma nella previsione che il commissario governativo Fiori porti avanti il suo progetto le associazioni imprenditoriali, insieme ai partiti politici, stanno affilando le armi per una strategia di contrasto. Secondo molti sono in gioco interessi del ceto commerciale locale, inteso in senso largo, vale a dire le famiglie che ricavano reddito dal rapporto diretto con i flussi turistici che per la prossima primavera si prevedono in aumento. Fiori che con l’iniziativa “Pompei Viva” (opera lirica nel teatro degli Scavi, illuminazione notturna della città archeologica, percorsi turistici per categorie protette, gastronomia tipica ecc,) ha orientato l’iniziativa governativa nell’organizzazione di eventi che dovrebbero aumentare le presenze a Pompei, secondo i commenti dei portavoce degli interessi locali, con la concessione al Santuario di un ingresso extra, rischia di vanificare i suoi stessi propositi, sottraendo parte dei flussi turistici al rapporto diretto con la città moderna. Fiori e Liberati hanno sicuramente una diversa opinione sull’argomento. A questo punto sarebbe auspicabile un chiarimento a tre (con il sindaco D’Alessio) prima di passare dalle parole ai fatti. MARIO CARDONE