A cura della Redazione
Cosa sta succedendo alla Soprintendenza archeologica di Pompei? I dipendenti stanno contestando in questi giorni sia la direzione locale del Ministero dei Beni Culturali che il Commissario straordinario degli Scavi archeologici di Pompei. I motivi sono numerosi e complessi ma essi si riconducono sostanzialmente a due provvedimenti governativi: il primo é l’unificazione della Soprintendenza autonoma di Pompei con quella di Napoli operata dal governo di centrosinistra, il secondo attiene al Commissariamento degli Scavi di Pompei, decretato dal governo di centrodestra. Alla soprintendente Mariarosaria Salvatore, che cesserà dall’incarico nel mese di aprile, si addebita l’iniziativa di aver deciso deliberatamente di “massacrare il sito archeologico di Pompei mediante l’emanazione di disposizioni che riducono gli Scavi ad una realtà minore”. Si contesta la recente emanazione di 32 disposizioni che hanno penalizzato la struttura organizzativa di Pompei provocando la reazione durissima dei lavoratori riunitisi in assemblea plenaria. A Fiori, invece, i sindacati addebitano la responsabilità di dirottare altrove le risorse che servono alla tutela del sito archeologico vesuviano. Il sindacato ed i lavoratori vogliono sapere da chi è composta la struttura del Commissariato delegato, il costo e le modalità di reclutamento del suo staff. Altro argomento rovente è la richiesta di saperne di più sugli appalti che, con la scusa dell’emergenza, sono stati rilevati dal commissariamento governativo. Il sindacato ha chiesto che siano rese note le procedure utilizzate per gli affidamenti dei lavori e delle consulenze dal momento che a loro risultano esiti di gara, pubblicati sul sito istituzionale, della precedente struttura commissariale (Profili) ma anche di quelle fatte da Fiori con forti ribassi. Il segretario nazionale Uil, Gianfranco Cerasoli, in un suo comunicato ha parlato di ribassi (dal 28% al 40%) che lo hanno lasciato molto perplesso. Il Commissario Fiori ha contestato il dato in una nota Ansa ma Cerasoli lo ha ribadito sulla base delle evidenze pubblicate sul sito SANP. Non basta. I sindacalisti di base di Cgil, Cisl e Uil e molti dipendenti non sindacalizzati chiedono di sapere che cosa c’entrano le forti spese per il mantenimento dei cani, quelle per far sostare le autoambulanze della Croce Rossa nel parcheggio degli Scavi ed i finanziamenti delle iniziative del San Carlo con l’archeologia di Pompei. “Onde fugare dubbi è opportuno che vi sia la massima trasparenza e soprattutto che siano resi noti tutti i dati visto che pur avendoli richiesti il 12 febbraio ancora non ci viene fornito nulla”. Ha dichiarato in conclusione Cerasoli, minacciando, a nome di tutti, il grosso rischio di una chiusura prolungata del sito archeologico pompeiano, con ricadute negative non solo sui visitatori italiani e stranieri ma su tutta l’economia della Città di Pompei e della regione Campania. MARIO CARDONE