A cura della Redazione
“Ora chi paga i danni?”. L’interrogativo è d’obbligo. Così si apre la dura polemica mossa dal sindacalista nazionale Uil, Gianfanco Cerasoli, dopo quella, sdegnata, dell’onorevole Bossa, del Partito Democratico. Il motivo è la frana di una struttura muraria di 30 metri vicino alla “Casa dei Casti Amanti”. Il muro era stato prima puntellato. Quindici giorni fa, sotto il peso del materiale soprastante, è franato (secondo quanto spiegato nel comunicato di Cerasoli). Il crollo sarebbe dovuto allo smottamento del terreno, a causa della movimentazione di una grossa gru ed elle infiltrazioni della pioggia. Si parla anche di danni (ancora da quantificare) alle strutture sottostanti che devono essere portate alla luce. Sarebbero stati danneggiati alcuni ambienti affrescati della vicina Casa. Cerasoli se l’è presa con il Ministero dei Beni Culturali (implicando lo stesso Bondi), SANP e commissario all’emergenza. “Il Ministero dei Beni Culturali a Pompei non esiste più, le aree archeologiche sono ormai di competenza della Protezione Civile, che lavora sugli interventi archeologici degli Scavi come se si trattasse della costruzione delle casette dell’Abruzzo”. Il dato inquietante, però, è un altro. E deriva dal divieto a funzionari e maestranze di far trapelare la notizia all’esterno, sempre per la solita mania dell’immagine pubblica. Circostanza che Cerasoli ha spiegato per punto e per segno, nella sua circolare, svelando date, nomi e circostanze. La circostanza all’origine di tutto è, come ha spiegato il sindacalista, che gli operai del cantiere, su ordine del commissario, avevano lavorato fino a tarda notte, anche di sabato e domenica, per ultimare i lavori. Pare che per il giorno 27 gennaio, data di inaugurazione della stagione teatrale del San Carlo di Napoli, si attendeva una visita agli Scavi del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano o del Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi. L’incidente si sarebbe verificato il 13 gennaio. “La domanda che mi pongo - precisa Cerasoli - è perché c´è omertà sulla data esatta e sui danni effettivi che pare siano ingenti e che si tenta di minimizzare. E’ evidente che siamo in presenza di un fatto gravissimo di cui qualcuno dovrà assumersi in prima persona le responsabilità - ha proseguito - pagando i danni, vista anche l’assenza del Soprintendente Salvatore”. L’incidente ha, se non altro, riacceso il riflettori sugli Scavi di Pompei, da troppo tempo abbandonati nelle mani di Commissario all’emergenza che non è persona competente nel campo della tutela dei siti archeologici. Intanto funzionari interni alla soprintendenza di Villa dei Misteri sono state estromessi da ogni funzione e minacciano il mobbing. MARIO CARDONE