A cura della Redazione
L’iniziativa “Aperti per Ferie” del commissario straordinario all’emergenza, Marcello Fiori, è stata un flop. E’ quanto sostiene un comunicato della Cgil locale che ha contestato i dati diffusi dalla stampa (20 o 30mila visitatori). “Sia chiaro, non siamo contrari a manifestazioni volte a migliorare ulteriormente la visita e la qualità dell’offerta culturale tant’è che la Cgil ed i lavoratori hanno sostenuto pienamente il progetto di apertura – hanno spiegato nel documento sindacale i rappresentanti locali Biagio De Felice e Ciro Mariano -. Ci preoccupa, piuttosto, a partire da questo episodio, la passiva accettazione di una comunicazione ad una direzione, volta ad avvalorare l’idea di un degrado dell’area archeologica inesistente o comunque compatibile con la vetustà dei manufatti) ed a giustificare il commissariamento della Soprintendenza di Pompei”. Il documento parla senza mezzi termini di “velo mediatico” che avrebbe operato per favorire l’attività del commissario all’emergenza, per cui i cani randagi “un giorno sono fattore scatenante dello stato di emergenza, il giorno dopo quasi una risorsa” mentre il parco archeologico “prima è in stato di abbandono e va commissariato, dopo un poco diventa un giardino (affermazione del sottosegretario Giro, ndr)". Il documento della Cgil, che sostiene palesemente le ragioni dell’attività ordinaria della SANP, contro l’intervento straordinario, giustificato evidentemente da un’emergenza che non esiste, porta avanti la stessa tesi, che fino a poco tempo fa caratterizzava le esternazioni del sovrintendente archeologico Guzzo, che aveva con argomenti riscontrabili difeso il suo operato decennale ma anche dei suoi stretti collaboratori (archeologi, tecnici ed architetti). Ora che Guzzo, che per la sua attività scientifica e di tutela del sito aveva meritato deferenza generalizzata, è andato in pensione, chi ne ha preso il posto si è indirizzato verso altri orientamenti, preferendo centrare sul Museo Nazionale di Napoli la sua occupazione principale. Ne deriva che Fiori ha ereditato oneri ed onori perché si è trovato a fronteggiare non solo l’emergenza ma anche la gestione ordinaria. Al di là del plauso che merita il Commissario per la bravura con cui riesce a catalizzare sulle sue iniziative l’interesse dei media (con una ricaduta positiva sull’immagine degli Scavi archeologici), resta il fatto che deve ancora sciogliere il nodo dei tre fattori principali del suo mandato che si basa sull’emergenza (mai riconosciuta da Guzzo). I nodi irrisolti riguardano l’organizzazione del personale di sorveglianza, l’organizzazione delle guide turistiche e soprattutto il decoro dell’attività commerciale all’esterno degli Scavi di Pompei che recentemente si è arricchito di nuove forme di abusivismo commerciale. MARIO CARDONE