A cura della Redazione
Patrocinato dall’Università degli Studi di Napoli Federico II, si è svolto a Pompei un Convegno dal titolo “Lo cunto di Napoli” – da Salvatore Di Giacomo a Peppe Barra”, uno studio sui maggiori autori teatrali napoletani tra l’’800 ed il ‘900. Dopo i saluti delle autorità, il relatore Toni Iermano, dell’Università di Cassino, ha parlato di Salvatore Di Giacomo (1860-1934), drammaturgo “romantico”, sensibile alla tragedia, il quale incarna lo spirito della napoletanità nelle sue opere letterarie, nelle canzoni, nei componimenti poetici, negli studi storici sul secolo XVIII e nel suo teatro, in cui ha accontentato il suo pubblico, orientato all’epoca verso i drammi a tinte forti. Iermano ha citato i lavori di Di Giacomo quali “Malavita”, ‘O Mese Mariano”, “Assunta Spina” (cavallo di battaglia di grandi attrici dell’epoca), “ ‘O Voto” (riproposta dialettale di “Malavita”). Giuseppina Scognamiglio, dell’Università di Napoli Federico II, ha parlato del teatro di Raffaele Viviani (1888-1950). Il commediografo pone in scena il popolo napoletano, plebe senza coscienza sociale, con le sue amare verità, rappresentato attraverso spunti comici, boicottanti la cultura fascista, che non gradisce il suo teatro “disfattista”. La relatrice ha operato un esame approfondito sulla commedia “L’ultimo scugnizzo”. Pasquale Sabbatino, dell’Università di Napoli Federico II, ha parlato del Teatro dei De Filippo e di Roberto De Simone. Il Teatro dei De Filippo, vissuto prima con Eduardo e Peppino uniti sulla scena, poi con il Teatro di Eduardo (1900-1984), in cui la vita cambia continuamente volto ed è necessario quindi adattarsi alle sue trasformazioni; infine con Peppino-autore (1903-1980) orientato verso un genere attinente alla tradizione napoletana. Il Teatro di De Simone (1933) è stato esaminato da Sabbatino in un’analisi particolare de “La Gatta Cenerentola”, con proiezione di immagini e l’ascolto di arie dalla commedia, eseguite da Peppe Barra, presente al simposio, nonchè dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare. Infine il giornalista Pierluigi Fiorenza ha illustrato la figura di Annibale Ruccello (1956-1986), autore stabiese da Lui ben conosciuto in vita. Il relatore ha esaminato opere del drammaturgo quali “Anna Cappelli”, “Ferdinando”, esaltando i pregi dei suoi lavori, confortato da un filmato, in cui il cantautore Lucio Dalla esprime un giudizio esaltante sull’arte di Ruccello. Infine Barra racconta la sua esperienza con “la Gatta Cenerentola” di De Simone nel 1976, spettacolo in cui fu coinvolta anche la mamma Concetta. Nel convegno è stato proposto un “Museo di arte popolare”. FEDERICO ORSINI