A cura della Redazione
La costituzione del nuovo Consiglio di Amministrazione, dopo che le Soprintendenze di Napoli e Pompei sono state accorpate, non vede nessuna presenza di dirigenti ed archeologi dei siti vesuviani. La scelta del Mibac (Ministero dei beni Culturali) è stata quella di penalizzare la città di Pompei, tuona un comunicato del sindacato Uil. “Nel uovo C.d.A. - si legge nel documento - non compare alcun rappresentante della ex Soprintendenza di Pompei a testimonianza di come si intende mortificare l’area di archeologia romana più importante del mondo”. “Sono rammaricato – è il commento a caldo del primo cittadino di Pompei Claudio D´Alessio –. Cambiano i musicisti ma la musica è sempre la stessa. Si vuole a tutti i costi tenere un centro importante come Pompei lontano dalla stanza di decisione dell’archeologia campana”. I componenti del nuovo C.d.A sono Maria Rosaria Salvatore (Presidente del consiglio), soprintendente di Napoli e Pompei; Jeanette Papadopolus in rappresentanza del Mibac; Valeria Sanpaolo del Museo Archeologico di Napoli; Loredana Conti, Dirigente del servizio Musei e Biblioteche della Regione Campania e Francesco Boccia, direttore amministrativo della ex Soprintendenza Archeologica di Napoli. Dei rappresentanti di Pompei non v’è alcuna traccia denuncia la Uil attraverso il Segretario Generale Gianfranco Cerasoli che ha dichiarato: “Siamo preoccupati per la conduzione della Soprintendenza di Napoli Pompei da parte dell’attuale Soprintendente Salvatore sulla quale avevamo riposto inizialmente la nostra fiducia dandole, unitamente al Commissario Fiori, una apertura di credito. Oggi - ha proseguito Cerasoli - ai problemi legati al funzionamento si aggiungono il mancato rispetto di impegni assunti nei confronti delle organizzazioni sindacali”. La conclusione di Cerasoli, che ha interpretato il pensiero di gran parte del ceto dirigente di Vialla dei Misteri, è che “l’aver escluso la città di Pompei dal nuovo C.d.A. dimostra come il Mibac ha un atteggiamento romano centrico, totalmente slegato dalle realtà territoriali”. MARIO CARDONE