A cura della Redazione
Questa mattina, alle 12,30, il volontario della Croce Rossa, Luciano Vincenzo, di 23 anni, che opera dentro gli Scavi di Pompei è stato azzannato da un cane randagio mentre percorreva Via Marina, nei pressi del Tempio di Apollo per recarsi alla postazione del “Primo Soccorso”. Fortuna che se l’è cavata solo con i pantaloni a brandelli e qualche graffio alla coscia destra. L’incidente ha però riaperto la polemica sul problema dei cani randagi dentro gli Scavi di Pompei e nei confronti dell’Amministrazione (Commissario straordinario) che il sindacato Cisl ha definito “latitante”. “Dobbiamo prendere atto a nulla sono valse le innumerevoli denunce che, diventate ormai una consuetudine, non sortiscono più alcun effetto - ha fatto presente Antonio Pepe, dirigente del sindacato locale -. Mentre Giuseppe Marigliano, portavoce della RSU/CISL, intervenendo a sua volta sulla sicurezza ha fatto presente: “Non si può amministrare con superficialità la Città archeologica più grande e importante d’Italia, consentendo che accadano episodi di questo genere che, scontrandosi con la cultura dell’accoglienza, fanno apparire Pompei come un centro turistico da terzo mondo”. Un altro problema messo in rilievo con l’occasione è che la “postazione di primo soccorso” manca dell’elemento principale: il medico di guardia. “È inimmaginabile pensare che si possano spendere soldi per ristrutturare e attrezzare locali adibiti a pronto soccorso e non avere medici che vi svolgano regolare servizio – ha rincarato la dose Antonio Pepe -. Gli Scavi di Pompei sono la vetrina culturale e turistica dello Stato – ha proseguito – richiama visitatori da tutto il mondo, che sfiorano ordinariamente i 3 milioni l’anno, un numero paragonabile a quello degli abitanti di una città metropolitana come New York; perciò è indispensabile un punto di primo soccorso efficiente e stabile, gestito da professionisti all’altezza del compito". MARIO CARDONE