A cura della Redazione
Ronde anche a Pompei dopo l’approvazione di legge che le mette in azione dal prossimo mese di settembre? Il sindaco di Pompei Claudio D’Alessio lo ha escluso categoricamente. Probabilmente la dura “riservata” che gli è pervenuta sul tavolo di lavoro nei giorni scorsi, da parte del numero uno della Prelatura di Pompei, gli farà cambiare opinione. La missiva è un elenco di lamentele e di recriminazioni dell’Arcivescovo-Prelato Carlo Liberati contro gli schiamazzi notturni (specie nei fine settimana) di giovinastri che s’intrattengono sul sagrato della Cattedrale per le loro bravate: autoradio ad alto volume, urla, lancio di lattine vuote di bibite, eccetera. Atteggiamenti che, oltre ad essere disdicevoli per la vicinanza al luogo di culto, disturbano il sonno dell’arcivescovo e di tutto il clero, che alloggia a pochi metri dalla piazza. Tra di loro ci sono persone anziane e malati. E’ una forma d’ inciviltà oltre che di mancanza di sensibilità disturbare il loro riposo. L’ Arcivescovo ha pienamente ragione. Bisogna, però, considerare che il servizio dei vigili urbani, di competenza del primo cittadino, smette alle ore 22. Durante la giornata l’area intorno al Santuario è costantemente sorvegliata (anche con telecamere). Lo stesso avviene durante la notte per quanto riguarda le forze di polizia, che però nelle ore notturne operano in forze ridotte. Eventuali disguidi, che capitano nella piazza, basta segnalarli con tempestività. In pochi minuti arriva la macchina del 113 della polizia. Una soluzione a portata di mano, con la legge che istituisce le ronde, potrebbe trovare facile applicazione con turni notturni dei volontari dell’associazione nazionale dei carabinieri, che opera già nel corso della giornata a tutela delle comitive di fedeli che arrivano durante il giorno in pellegrinaggio alla Madonna del Rosario. Probabilmente il Vescovo, che nei confronti del ceto politico locale non ha mai usato guanti di velluto, ha inteso, con la sua iniziativa, contestare la politica amministrativa portata avanti negli ultimi anni, che nonostante alcuni proclami ed ordinanze sindacali di D’Alessio, stile sindaco sceriffo (divieti ai bar di vendere bibite in lattine nelle ore notturne, contrasto della prostituzione ecc.) non ha mai posto in essere una politica di conferimento delle licenze ai pubblici esercizi coerente con il mantenimento della quiete. I numerosi pub e bar che operano nel corso della notte attraggono a Pompei bande di scalmanati dall’hinterland vesuviano che, dopo il mangiare, il fumo ed il troppo alcol si danno alle bravate notturne, che contrastano con l’animo di una città che intende fare del turismo religioso il proprio biglietto da visita. MARIO CARDONE