A cura della Redazione
Il sindaco Gennaro Langella aveva annunciato in consiglio comunale che avrebbe presentato il Bilancio dell´Ente entro il 30 marzo scorso. Oggi è ancora un oggetto misterioso. E’ vero che il sindaco prepara il Bilancio in totale solitudine? C’è forse disaccordo nella maggioranza? E il confronto con la città, proclamato con le linee programmatiche, che fine ha fatto? Come già in passato, allora come segretario DS, ho incalzato l’Amministrazione di centrosinistra per introdurre anche nella nostra comunità il meccanismo del cosiddetto Bilancio partecipativo, oggi specie dopo che (a pagina 9) il programma di governo presentato in consiglio comunale, dal sindaco Langella, recita: "...ci impegniamo ad avviare la più larga partecipazione nelle scelte di Bilancio...", credo sia doveroso e urgente richiamare il rispetto di quanto promesso ai cittadini. C’è da considerare che sono sempre più gravi ormai i contenuti della crisi economica e finanziaria che sta investendo anche l’Italia e da cui emergono conseguenze più che negative con misure restrittive in particolare per i Cittadini, i Comuni e il Mezzogiorno. In effetti, proprio i Comuni e i loro amministratori sono chiamati ad affrontare in prima linea le richieste dei cittadini e le ricadute sociali derivanti da una situazione economica e sociale assai difficile. Alla luce di questo, occorre che le amministrazioni locali si facciano carico di iniziative anche innovative che tentino di limitare gli effetti di scelte economiche restrittive e che instaurino un rapporto diverso con la cittadinanza. Uno degli strumenti nuovi che tante amministrazioni locali stanno adottando è proprio il Bilancio sociale o Partecipato con l’obbiettivo primario di migliorare il senso della solidarietà e dell’efficienza dei servizi. Il bilancio partecipato è una delle forme tangibili di democrazia diretta e attraverso questa pratica i singoli cittadini diventano protagonisti delle politiche pubbliche e delle decisioni di governo consistenti per il futuro delle città in cui vivono e lavorano. Le azioni di governo determinate dalla pratica del bilancio partecipato hanno portato, dove sono state attuate, a una migliore qualità della vita, maggior rispetto dei diritti, migliore gestione del traffico urbano, migliori parchi e spazi per i bambini, migliore gestione dei rifiuti, pertanto maggiori investimenti per l’educazione e la vivibilità. Occorre anche a Boscoreale introdurre questo processo partecipativo dal basso verso l’alto, con l’obbiettivo principale di riavvicinare i cittadini alla politica in modo attivo e critico ed attivare sistemi virtuosi di amministrazione della cosa pubblica. Il bilancio partecipato si realizza infatti tramite assemblee e incontri aperti in cui la popolazione determina, col confronto, dove e come investire i soldi del Comune. In questo modo è possibile dare risposte che vadano ad incidere sui bisogni reali della società e stimolare processi che aumentino l’entusiasmo e la partecipazione alla vita politica cittadina. C’è però il rischio affrontando un tema così complesso come la contabilità pubblica, che il bilancio partecipato possa trasformarsi da un lato in un puro slogan politico, una scatola vuota priva di reale coinvolgimento e dall’altro di farne un vettore di interessi particolari privi della necessaria logica solidaristica. Per ovviare a questi rischi si può costruire un percorso partecipativo riservandolo a settori tematici del bilancio, quali in particolare gli investimenti legati ai servizi sociali e più in generale alle opere pubbliche. Per essere credibili quindi le sperimentazioni di bilancio partecipato, anche in una realtà come la nostra, devono essere orientate verso la riscoperta del ruolo attivo degli abitanti e verso la promozione di un’idea collettiva di Città dove trovino spazio i saperi, le identità locali, e la vita di relazione all’interno del territorio. L’Amministrazione comunale dovrebbe attuare una vera politica di ascolto e di intervento sui programmi proposti. La “cittadinanza attiva” è sempre più una realtà concreta per dare ai cittadini non solo il diritto di sapere ciò che accade, ma per essere dentro il processo decisionale, condividendone i progetti ma anche le difficoltà. Gli attori sociali quali i sindacati, le associazioni, le realtà parrocchiali, nonché i singoli cittadini avrebbero dovuti essere già chiamati al fine di partecipare in modo attivo a tutte le fasi della programmazione locale a partire dalla stesura del bilancio fino a verificarne lungo il percorso la capacità di realizzazione. A questo momento il documento di bilancio 2009 non è stato nemmeno discusso fra le forze di maggioranza che sostengono Gennaro Langella, continua ad essere un qualcosa di misterioso, di cui non si conosce alcun principio, la promessa di scelte partecipate aperte ai cittadini è forse l’ennesimo bluff dell’Amministrazione di centrodestra? Luigi Buffone Consigliere comuanle Pd