A cura della Redazione
“L’inganno e la paura” è il titolo dell’ultimo volume di Pino Arlacchi, ex vice-segretario all’ONU per le problematiche del paese, presentato il 30 aprile a Pompei - Casa del Pellegrino. L’incontro, promosso dal partito dell’Italia dei Valori, è partito con un toccante filmato sulla visita di Arlacchi in Afghanistan nel 1997. Un paese martoriato dall’illegalità, uno dei massimi produttori al mondo di droga, in cui, grazie anche al fervente impegno del sociologo, è stato avviato un piano per eliminare la coltivazione dell’oppio. Questo quanto promosso dal primo accordo planetario contro le mafie messo a punto dall’ONU, che ha visto coinvolto in prima persona Arlacchi. Grande e costante il suo impegno nella lotta alla criminalità organizzata, partita dalla realtà della sua Calabria, fino a toccare l’Europa e il mondo. Forte presenza di cittadini ed autorità. Puntuale l’intervento del sindaco di Pompei, Claudio D’Alessio, che ha manifestato il suo entusiasmo ed il rispetto per la legalità nella città di Pompei. “Il problema della politica odierna è che viene trasmessa per vie mediatiche – ha proseguito il consigliere regionale Giuseppe Maisto –mentre ci sarebbe bisogno di verità, di una politica che faccia da interlocutore alla realtà, dando importanza ai problemi veri”. La stessa esigenza di verità e concretezza è stata sottolineata da Alfredo Rosalba, responsabile regionale della Sicurezza per l’Italia dei Valori. Rosalba ha insistito sulla necessità di coesione tra identità ed appartenenza al territorio. “Soltanto se siamo capaci di stare insieme e con la collaborazione tra le istituzioni ha concluso Rosalba - si può combattere la criminalità”. Lilly Loster, rappresentante della nuova gestione cittadina di IDV a Pompei, ha sottolineato l’entusiasmo del “partito giovane” di Pompei, con cui si intende affrontare le questioni della legalità, della sicurezza, dell’informazione. Alla fine grande senso di ottimismo e fiducia per il futuro dopo l’intervento di Arlacchi, che, sulla scia di persone che hanno segnato la nostra storia (Falcone, Borsellino Dalla Chiesa) ha insistito sulla necessità di studiare scientificamente il fenomeno della criminalità. “Non esistono poteri onnipotenti - ha affermato -.La criminalità va battuta prima di tutto dai cittadini e attraverso le istituzioni”. La conclusione è stata: “La mafia muore prima nella mente della gente”.