A cura della Redazione
E’ allarme generale alla SANP (Soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei) per il piano casa. Si temono danni al paesaggio ed ai siti archeologici vesuviani (Pompei, Ercolano, Oplontis, Stabia e Boscoreale, ecc.). La diffusione della bozza del decreto legge del Governo Berlusconi sul piano casa è molto preoccupante, per il sindacato UIL dei lavoratori del Ministero del Beni Culturali (MIBAC). C’é il rischio di un attacco al patrimonio storico artistico monumentale e paesaggistico del territorio vesuviano. Se non viene modificato il progetto sarà di drammatica attualità la decadenza di siti come Pompei. La previsione di presentare, per le zone sottoposte a vincolo monumentale e paesaggistico, come le aree archeologiche vesuviane, le richieste di autorizzazione che dovranno avere risposta entro 30 giorni, altrimenti scatta il silenzio assenso, va contro il dettato del Codice per i Beni Culturali e rappresenta, secondo la UIL, l’anteprima dell’assalto e della devastazione dell’intero Paese. Tutti sanno che le Soprintendenze archeologiche e paesaggistiche non c’è la possono fare a rilasciare le autorizzazioni entro 30 giorni perché hanno scarse risorse umane e finanziarie. Mancano gli architetti, gli archeologi, e gli storici. Mancano anche i soldi per mandare in missione i pochissimi tecnici che ci sono. In tutte le regioni Italiane sono 511 architetti. “Ne servirebbero almeno altri 1000 per affrontare l’offensiva di speculatori di ogni risma, pronti a cogliere la situazione di estrema debolezza delle strutture del Ministero dei Beni Culturali, quali le Soprintendenze”. Ha fatto sapere la UIL. Secondo il sindacato di Gian Franco Cerasoli occorre che il decreto preveda un termine molto più ampio dei 30 giorni e l’assunzione di tecnici con procedura d’urgenza, se si vuole mantenere fede al dettato della carta Costituzionale ed al Codice dei beni culturali. MARIO CARDONE