A cura della Redazione
Con la presenza di un elevato numero di relatori e studenti universitari si è concluso presso la Casa del Pellegrino, ieri mattina, il week end culturale del convegno internazionale “In viaggio a Pompei”. E’ stato di scena il mito della “città antica”, racchiuso nelle rovine archeologiche, insieme alla costruzione eccezionale del secolo scorso della Pompei Cattolica. Protagonista un imprenditore illuminato: Bartolo Longo. E’ una storia antica, assimilata e rielaborata dalla cultura contemporanea. Presente nell’immaginario collettivo, diluita nelle numerose sfaccettature delle discipline artistiche e scientifiche: dall’arte raffigurativa alla letteratura, dal cinema al teatro, dalla psicologia all’archeologia. Venerdì e sabato si sono alternati sul palco della Casa del Pellegrino studiosi di diverse e contrapposte estrazioni e formazioni culturali. Il baricentro del loro intervento è stato incentrato nella spiegazione della vitalità del “mito Pompei”, a partire dal Grand Tour fino ai percorsi dei nostri giorni. Il triangolo tra la vita la morte e la minaccia incombente del Vesuvio convivono in Pompei in una magica miscela che ha affascinato da sempre viaggiatori e poeti, di ogni epoca. Si manifestano nel culto della Madonna del Rosario, nella tradizione pagana degli Scavi di Pompei e nella minaccia incombente del Vesuvio, che proprio per la distruzione di Pompei e il suo riemergere quasi illesa dal sottosuolo, è forse il vulcano più conosciuto e temuto del mondo intero. Con questo convegno si conclude il ciclo di iniziative culturali dell’Amministrazione D’Alessio, partita con “Macerie e rovine”, non minore per spessore e partecipazioni. Iniziative che sono state croce e delizia perché da un lato hanno dato motivo agli avversari politici di criticarne le spese, che qualcuno ha ritenuto esagerate. Al contrario, i sostenitori della giunta in carica, hanno difeso il percorso culturale intrapreso con l’intento di mettere le basi di una società civile, che manca ancora a Pompei. MARIO CARDONE