A cura della Redazione
Il ragioniere Generale del Comune di Pompei, Antonio Verdoliva, ha fatto nel corso della relazione sul bilancio preventivo per il 2009 una profezia negativa, che riguarda la totalità dei cittadini contribuenti. E’ probabile che l’Amministrazione che uscirà dalle urne alle prossime elezioni del 6 e 7 giugno incontrerà grossi problemi, se vuole rispettare i parametri del patto di stabilità. Se non sarà possibile contenere le spese, scatteranno le dure sanzioni previste per legge (blocco delle assunzioni, tagli ai compensi degli amministratori, ecc.). E’ noto che il patto di stabilità fissa dei paletti sulla spesa corrente delle amministrazioni comunali, in relazione all’ammontare delle entrate. Il criterio di controllo sulla spesa pubblica comunale non è stato applicato a Pompei negli anni precedenti (a partire dal 2004) perché l’amministrazione era stata retta da Commissario prefettizio nei due anni precedenti. Ora che riparte il monitoraggio governativo sui parametri di spese ed entrate di cassa è necessario contenere le uscite, anche quelle per pagamenti delle rate di mutuo, altrimenti sono guai. I fatti però dimostrano che non tutte le spese sono sotto controllo. Sfuggono alle previsioni le spese di contenzioso legale, che sono state calcolate in misura approssimativa negli anni precedenti. Esse danno forma ai debiti fuori bilancio. Una vera e propria mina vagante per il budget di previsione della città di Pompei (come del resto di molte altre amministrazioni locali). La situazione dei conti del Comune vesuviano del resto non è brillante, anche se da tempo sono state azzerate le spese di rappresentanza e quelle per eventi e feste della città, che avevano acceso negli anni passati le polemiche più aspre da parte dei consiglieri comunali dell’opposizione. Il fatto che i maggiori introiti per il Comune di Pompei, derivanti dall’incasso della quota d’appalto per i parcheggi (800 mila euro l’anno) non compensano la maggiore spesa degli oneri per il personale, mentre c’é da far fronte anche al raddoppio dell’onere della Nettezza Urbana, perché il servizio “porta a porta” nel 2008 ha inciso solo per il secondo semestre. Infine l’erario comunale di Pompei si attende minori incassi (sia per la riduzione dei trasferimenti dallo Stato che per la soppressione dell’ICI sulla prima casa). Alla fine per far quadrare i conti sono stati utilizzati gli oneri del condono, che avrebbero dovuto essere spesi nei lavori pubblici di urbanizzazione delle periferie. Mario Cardone