A cura della Redazione
Riceviamo e pubblichiamo una lettera fattaci pervenire dal dott. Mario Trerè, Consigliere comunale. La scelta del titolo del mio intervento può sembrare all’apparenza troppo radicale. Tuttavia, coloro che vivono la realtà boschese e sanno come essa si sia progressivamente trasformata, in senso negativo, negli ultimi 10-15 anni, sanno che non è un’affermazione esagerata. In particolare, gli eventi politici ed amministrativi accaduti negli ultimi anni, e cioè due scioglimenti negli ultimi 10 anni, di cui l’ultimo per collusioni malavitose, hanno inflitto ferite profonde al tessuto sociale cittadino, già degradato da troppi anni di scelte infelici e/o tardive. Troppo numerose, sul territorio, le testimonianze di incuria e negligenza amministrativa (asilo nido di via De Falco, nuova Ragioneria di via Promiscua, impianto sportivo di via Settetermini, tempi biblici per l’apertura dello stadio comunale V. Pozzo, incomprensibile mancata apertura della nuova stazione della circumvesuviana, etc, etc.) per non porsi domande ed interrogativi sul perché la nostra città sia diventata un concentrato inestricabile di problemi, e su cosa si possa o si debba fare per iniziare un’inversione di tendenza sulle tematiche appena citate. Queste mie considerazioni, giunte all’indomani di una tornata elettorale appena conclusasi con l’elezione del Sindaco Langella, espressione della coalizione di centrodestra, e di un consiglio comunale in cui prevale una maggioranza di 11/20, espressione della coalizione di centrosinistra con l’aggiunta del consigliere UDC, vogliono esprimere un contributo chiarificatore su cosa si possa o si debba fare nella nostra città. Sarebbe facile, ed è stato anche proposto, sfiduciare subito il Sindaco e mandarlo subito a casa, e con esso mandare a casa anche la speranza di poter fare qualcosa per la nostra città, condannandola, di fatto, ad almeno un anno di commissariamento prefettizio, gettando benzina sul fuoco di tensioni sociali molto aspre e rimandando l’avvio a soluzione di problematiche oramai ineludibili. Gli amministratori in carica hanno ricevuto, dall’elettorato, un mandato pieno volto alla gestione della cosa pubblica, senza vincoli di alcun genere se escludiamo l’onestà, la correttezza e la prerogativa di anteporre l’interesse della cosa pubblica ad eventuali, ma mai ammessi, vantaggi personali. Cosa fare dunque? La prima osservazione è che gli amministratori si dovranno, almeno inizialmente, confrontare con problemi pratici, la cui soluzione ha ben pochi risvolti ideologici. In pratica, non esistono i rifiuti di destra o di sinistra, per cui è, o sarebbe, scontato che su questo argomento, ma anche sul rifacimento delle strade cittadine, sulla pubblica illuminazione, sul piano parcheggi, e su tante altre problematiche cittadine, si possano creare delle intese trasversali al solo scopo di cominciare a migliorare la vivibilità cittadina. Ci sarà tempo e modo di dibattere e di confrontarsi su aspetti più nobili e gratificanti, quali le grandi scelte che possono, sul serio, cambiare il destino di Boscoreale. Dott. Mario Trerè Consigliere comunale