A cura della Redazione

Si è fatta aspra la polemica sulla diretta streaming chiesta dall’attivista del M5S Orfeo Mazzella nel consiglio comunale del 31 luglio scorso.

Torresette.it, all’indomani della decisione del presidente del consiglio Rocco Manzo di non autorizzare la diretta streaming della seduta consiliare, pubblicò un articolo dove sostanzialmente riportava le opinioni di entrambe le parti in causa.

«Il Comune non è munito di un apposito regolamento che disciplina la materia - dichiarava Manzo -, cercheremo di porre rimedio al più presto». Di rimando Mazzella replicava: «E' un grave abuso di autorità quello che ha commesso il presidente Manzo senza che vi fosse un reale motivo! E' una atto arbitrario e di profonda sfiducia nelle possibilità che la moderna tecnologia offre al cittadino».

Fin qui tutto nella normalità, semplice dialettica politica.

Sta di fatto, però, che nella polemica si inserisce il prof. Salvatore Prisco, docente universitario di istituzione di diritto pubblico all'Univesità Federico II di Napoli, il quale dichiara, in una nota inviata al nostro giornale (leggi qui), che egli è «tendenzialmente sfavorevole a tale trasmissione in diretta, in linea di principio, giacché facendola si tende a sovrapporre la democrazia diretta e “rappresentata” (il “teatrino”) a quella “rappresentativa” (che è altro) e a confondere due sensi della parola “pubblico”: quello testimone della regolarità dei lavori (già oggi presente in aula durante gli stessi, se ritiene, nei limiti della capienza dei posti, nonché in silenzio) e quello che guarda da casa e in rapporto al quale la percezione della presenza davanti a uno schermo domestico da parte dei consiglieri - conclude Prisco - distorce la funzione della seduta in “riunione pubblicitaria”, in “recita”».

L’articolo in questione viene condiviso da Mazzella sulla propria pagina facebook, dove, come spesso accade sui social, si apre un dibattito più o meno aspro, con sostenitori dell’una e dell’altra tesi.

La situazione degenera dopo l’ennesimo intervento di Federico Bonollo, che difende la diretta streaming: “Comunque lei (rivolto al prof. Prisco, ndr) non conosce la legge a fondo come me, se vuole scommettiamo qualche milione di euro che vengo in qualunque consiglio comunale, registro, metto online e nessuno potrà dirmi di no? Perché sono 6 anni che lo faccio, con o senza permesso... quindi gran parte di quello che ha scritto e detto nell'intervista è superfluo ed inesatto. Ma per parlare di questo argomento servono conoscenze del diritto che evidentemente lei non ha…».

Apriti cielo! La replica del professore, sempre dalle pagine di facebook, non si fa attendere: «Io sono professore ordinario di diritto pubblico all'Università di Napoli Federeco II, lei un arrogante e presuntuoso str..., ripeto, sostanzialmente fascista. Io non posso discutere con miserabili coglioni e fra un attimo la banno».

Risposta non proprio da lord inglese, ma probabilmente sentirsi dire di non avere conoscenze in diritto, lui professore di istituzione di diritto pubblico, gli avrà fatto perdere le staffe.

Intanto Mazzella, cavalcando la polemica, scrive al Rettore dell’Università Federico II di Napoli per denunciare «il comportamento inqualificabile del prof. Prisco sul quale chiedo un Suo immediato interessamento di censura».

Mancava l'ultimo atto di questo "scontro a distanza", la replica di Prisco. «Una buona regola, in una replica, è incominciarla riconoscendo i propri errori - scrive Prisco -: dalla mia lontana educazione cattolica mi è rimasto  - pur essendo diventato agnostico - il ricordo del “Confiteor”, che è un doveroso riconoscimento di umiltà. Attaccato sul piano personale in una polemica (mi è stato scritto da taluno che ignoro il diritto e che sostengo le mie idee perché devo avere un qualche interesse, con l’evidente sottinteso che fosse materiale ed indicibile), mi sono difeso e - assecondando purtroppo un cattivo uso di Facebook, che tante volte ho per primo condannato - ho alzato anche io i toni, facendo il gioco di chi cerca pubblicità. Di questo - cioè dell’ingenuità - devo scusarmi, anche perché mi sono fatto trascinare su un terreno che non mi è abituale. Ora il direttore di TorreSette.it - prosegue il professore - mi riferisce di una protesta nei miei confronti inviata addirittura al Rettore della mia Università. Ero rimasto alla scuola elementare, dove - dopo una lite - chi aveva da ridire si rivolgeva alla maestra. È tuttavia importante che questa polemica abbia evidenza: dimostra a chi dovrà votare prossimamente alle elezioni parlamentari di quale pasta siano fatte alcune persone e un certo Movimento politico: non si oppongono argomenti ad argomenti, toni aspri a toni aspri. Nossignore, si denuncia. Come in Iran - conclude Prisco -, dove si chiamano i Guardiani della Rivoluzione a controllare che le ragazze portino il velo, non indossino minigonne e tutti non frequentino stampa e siti proibiti. C’è motivo di riflessione".

(Nella foto, da sinsitra, Orfeo Mazzella e Salvatore Prisco)

Per essere sempre aggiornato clicca "Mi Piace" sulla nostra pagina Facebook