A cura della Redazione

La comunità alloggio per minori “Peppino Brancati”, che prende il nome dal primo scugnizzo napoletano accolto da Don Bosco a Torino, ospiterà otto ragazzi tra i 14 e i 21 anni, inviati dai Servizi Sociali Territoriali e dal Centro di Giustizia Minorile.

Sarà inaugurata martedì 25 luglio, alle ore 17, alla presenza del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, presso la Casa salesiana di Torre Annunziata, in via Margherita di Savoia, diretta da Don Antonio Carbone (nella foto).

In un territorio segnato da forti problematiche sociali e delinquenziali, le attività di prevenzione e recupero svolte dai Salesiani attraverso l’Oratorio – Centro giovanile si ampliano, dunque, attraverso questo nuovo servizio residenziale. Presso la Casa salesiana è presente un’altra comunità per minori, “Mamma Matilde”, intitolata alla mamma-coraggio uccisa nel 2004 per aver denunciato coloro che abusarono del proprio figlio.

La comunità alloggio sarà gestita dall’associazione salesiana “Piccoli Passi Grandi Sogni Onlus”, presente con strutture residenziali a Napoli, Torre Annunziata, Caserta, Bari, Corigliano d’Otranto.

"Vogliamo essere casa di chi non ha casa, attraverso l’apertura della comunità famiglia “Giuseppe Brancati” a Torre Annunziata - spiega Don Antonio Carbone -. L’8 dicembre 2004 inaugurammo la casa-famiglia “Mamma Matilde”. A tredici anni di distanza, come comunità educativa pastorale, sentiamo l’esigenza di ampliare quest’attenzione verso i ragazzi e giovani meno fortunati di questo territorio. Gli ambienti della struttura - conclude il sacerdote salesiano - sono stati ristrutturati grazie a benefattori e all’impegno della Federazione Salesiani per il Sociale".

 

Chi era Peppino Brancati

Giuseppe (Peppino) Brancati incontrò Don Bosco il 30 marzo 1880, all’età di 10 anni, nell’unica visita che Don Bosco fece a Napoli.    Peppino, così chiamato in famiglia, è nato a Napoli il 6 febbraio del 1870 da Nicola e Giuseppina Esposito, ultimo di cinque fratelli, cresciuto nei vicoli del centro storico della città. Restò folgorato da quell’incontro, e dopo la morte della mamma, Giuseppe, ancora adolescente, scrive a Don Bosco per accettare l’invito che il santo gli fece anni prima. Il calore ricevuto da Don Bosco lo entusiasmò così tanto che dopo qualche anno chiese lui stesso di poter diventare sacerdote salesiano.           
Uno scugnizzo orfano napoletano porterà così a Torino un po’ di vivacità partenopea e grazie a anche a lui, e alla sua insistenza con i superiori salesiani, che alla fine del 1800 si aprirono le prime case salesiane nel Napoletano: Castellammare di Stabia (1894), Caserta (1897), Napoli (1901), e in quest’ultima città egli stesso continuò, insieme ad altri Salesiani, a prendersi cura dei ragazzi e dei giovani.   

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