A cura della Redazione

Pubblichiamo le riflessioni di Ciro Cascina,  attore, poeta, intellettuale di Torre Annunziata sugli ultimi tragici avvenimenti che hanno riguardato la nostra città. La lettera è preceduta da una prefazione di Cinzia Russo, psicologa che ha assistito, insieme ad altri colleghi, i familiari delle vittime,  duramente colpiti da questa immane tragedia.

"Noi non siamo responsabili solo delle nostre azioni, ma anche delle nostre parole e dei nostri silenzi. Ho deciso di scegliere, responsabilmente, le parole che fanno del bene, quelle che sono donatrici di speranza. Siamo chiamati a non spegnere in noi e negli altri la speranza. La speranza nella sua dimensione più profonda e radicale non può se non vivere di futuro, di avvenire, di un futuro ricolmo di possibilità, che includendo quella della morte, si snodano nel solco di infiniti orizzonti...". (Cinzia Russo)

"Propongo che i cittadini di Torre Annunziata vengano riconosciuti come portatori d'umanità profonda; e vengano insigniti del premio Nobel per la pace.

Non sto scherzando. Essi hanno saputo, per motu proprio, saper fare silenzio di fronte al caos di una tragedia squassante, amara. Un nobile silenzio non aristocratico portando i loro corpi fuori dal privato, fregandosene del timore di riflessione che il silenzio vuole. Un silenzio tale che in via Gino Alfani (durante la fiaccolata) si sentiva il mormorio sommesso del mare; mentre volavano in alto in alto, compatti, senza sparpagliarsi palloncini bianchi

Un silenzio che non si è fatto contagiare dell'imponenza rappresentativa del potere con i suoi "tappeti rossi" e riflettori accesi sempre uguale a se stesso. I cittadini di Torre Annunziata hanno restituito alla morte il suo significato primario; il suo valore sociale.  In quanto ciò che muore, anche fosse una formichina o un albero di pino solitario, quaĺcosa di noi, con essi muore.

Hanno saputo portare alla memoria (smemorata per eccesso di informazioni) che la morte  non è un fatto fine a se stesso né destino umano. Ma è un evento da partecipare perché Essa, domani, non ci trovi impreparati, distratti, ma pronti accorti a proteggere la vita che, nel suo argento vivo,  ti può scappar di mano.

Ai cittadini della antica Oplonti va riconosciuto un valore storico (oggi) eccezionale: essere usciti dalla notizia diventando essi stessi notizia. Loro con la propria presenza hanno tolto la linea di demarcazione che vorrebbe una Torre Annunziata bassa e una alta. Nel loro rappresentarsi non c'erano né uomini né donne né femminelle né masculelle, né gruoss né piccirill, solo persone.

Torre Annunziata ha riaperto le braccia e ci siamo abbracciati, commossi di sentirci anime e non cose, dando alle parole il giusto tono e al corpo la compostezza dell'umano.

Se l'etimo della parola felicità vuol dire  creare il nuovo, Torre Annunziata ha spalancato le porte alla  speranza.

Voglio un gran bene a questa città  e a tutti i suoi abitanti".

CIRO CASCINA

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