A cura della Redazione

Ci sono attimi in cui accade qualcosa di misterioso, nei quali si combinano in modo anomalo i messaggi sensoriali e in cui tutto sembra magicamente fondersi in un pensiero puro ed incontaminato.

Il calore della luce, il timbro dei colori, le trasparenze velate dell’acqua, gli odori intensi trasportati da venti carezzevoli, il tessuto morbido delle rocce erose che rivestono ogni cosa, il ripetersi ritmico di suoni lontani e sopiti, il curioso allinearsi di una famiglia di anatre.

E non è il pennello magico del Doganiere, né armonie flautate di Vivaldi, e nemmeno vagheggiamento poetico di Baudelaire.

Eppure la sensazione è di un totale appagamento, di una improvvisa serenità interiore, di misteriosa pace.

Uno spettacolo a costo zero dove va in scena la natura, così vicina a noi, così scempiata e violentata, ma così eroica nel tentativo di salvarsi.

Vorrei augurarvi buon anno con questa immagine che certamente non rende giustizia al vero, che non ho ripreso in posti lontani, esotici o esclusivi, ma semplicemente scendendo una scala che porta a Capo Oncino, a due passi da casa.

Ma soprattutto vorrei augurarvi di riuscire a vedere con l’anima quello che c’è oltre la superficie e di accogliere il grido di una natura che riceve violenza e ci trasmette amore.

TONI AMITRANO