A cura della Redazione

Il 26 agosto 2016 ricorre il 32° anniversario di Francesco Fabbrizzi, vittima innocente della camorra.

L'uomo rimase ucciso durante la famigerata strage di Sant'Alessandro avvenuta a Torre Annunziata nel 1984 nell'allora Circolo dei Pescatori, nei pressi della chiesa di San Francesco.

Il presidio oplontino di Libera “Pastore e Staiano” lo ricorda - attraverso le parole del suo referente cittadino, Michele Del Gaudio - con commozione e promette un impegno concreto per lo sviluppo civile e sociale del Rione Carceri.

 

Francesco era un padre di famiglia completamente estraneo agli ambienti della criminalità. Fu coinvolto per caso nella cosiddetta Strage di Sant'Alessandro.
Il 26 agosto 1984 verso mezzogiorno un autobus turistico giunse a Torre Annunziata nei pressi del Circolo dei Pescatori, abitualmente frequentato dagli uomini del clan Gionta.

Era domenica e nella chiesa adiacente si stava celebrando messa. Il pullman si fermò e scesero non gitanti, ma un commando di ben quattordici killer, che cominciarono a sparare contro gli avventori del bar, ammazzando otto persone e ferendone sette. Fu un atto di guerra nei confronti del boss di Torre Annunziata, Valentino Gionta, da parte dei gruppi rivali delle famiglie Bardellino, Alfieri e Fabbrocino. Dell'accaduto si occupò anche il giornalista Giancarlo Siani in un articolo dedicato ai rapporti tra i Nuvoletta e i Bardellino, che in seguito segnò la sua condanna a morte.

Tra le vittime del massacro ci fu anche Francesco, 54 anni, sposato, con un figlio appena ventenne, che è stato poi ufficialmente riconosciuto “vittima innocente della criminalità organizzata” dal Ministero dell'Interno. 

Nell'agosto 2010 è stato inoltre ricordato dal Comune di Torre Annunziata nell'ambito di una commemorazione pubblica in ricordo del terribile fatto di sangue.