A cura della Redazione

Doveva essere un incontro per definire le proposte e le iniziative politiche ed istituzionali per il rilancio dell’ospedale “Sant’Anna-Madonna della Neve “ di Boscotrecase e, invece, si è trasformata in una protesta da parte di un gruppo di donne per dire 'no' alla chiusura dei reparti di Ostetricia e Ginecologia, prevista a partire dal prossimo 20 aprile.

Una protesta che era iniziata con il sit-in di giovedì 7 aprile presso l’ex ospedale civile di piazza Cesàro da parte di movimenti civici per il territorio vesuviano contro il provvedimento del commissario Asl Antonietta Costantini.

La linea della Regione Campania, tuttavia, è chiara: i centri con meno di 500 nati all’anno vanno accorpati. Se ne contano ancora 20 in Campania, e questo record negativo nazionale è associato al numero abnorme di parti con taglio cesareo (quasi il 60 per cento del totale).

 Il piano che riorganizza la rete di assistenza nella regione si ispira, naturalmente, al modello «Hub and Spoke» già operativo in altre regioni. Si punta cioè a realizzare reti specialistiche attese da tanto, troppo tempo.

All’incontro di ieri nel Circolo cittadino del Partito Democratico erano presenti i consiglieri regionali Lello Topo, presidente della Commissione Sanità, e Mario Casillo, capogruppo alla Regione del Pd, oltre al sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, e al segretario cittadino Pd, Ciro Passeggia.

Prende per primo la parola il consigliere comunale Domenico Ossame, operatore sanitario dell’ospedale di Boscotrecase. «Saremo a fianco dei cittadini - afferma -  per ostacolare il provvedimento di chiusura dei reparti di Ginecologia e Ostetricia. Una decisione che mortifica il diritto alla salute di un’intera comunità e crea gravi disagi per le future mamme di questo territorio».

La discussione prosegue con l’intervento di alcune donne, ma l’aria diventa sempre più surriscaldata e la confusione regna sovrana.

Non c’è un impianto microfonico (forse nessuno si aspettava la partecipazione di tanta gente) e a malapena si riesce a comprendere quello che si dice.

«La nostra presenza qui a Torre Annunziata – irrompe con decisione Topo – è far capire che il diritto alla salute dei cittadini si tutela mettendo in sicurezza una serie di servizi. La Regione ha stanziato 12 milioni di euro per l’ospedale di Boscotrecase per una sua riorganizzazione e ristrutturazione. A che serve avere un ospedale vicino casa se poi non si è capaci di offrire servizi sicuri alla collettività? Le spiacevoli vicende accadute negli ultimi tempi dovrebbero far riflettere. Occorre differenziare i servizi tra i vari ospedali – continua Topo -. Quello di Castellammare di Stabia, infatti, oltre alla Ginecologia ha il reparto di rianimazione neonatale e per questo è molto più sicuro di altri che ne sono privi. Noi dobbiamo elevare i livelli dei nostri ospedali. Dobbiamo creare delle eccellenze al loro interno. Chi si ricovera all’ospedale di Boscotrecase, ad esempio, deve essere certo di un’assistenza cardiologica ai massimi livelli, sia professionale che strumentale. E’ verso questa direzione – conclude Topo – che bisogna indirizzarci».

Tra voci che si sovrappongono, prende poi la parola il capogruppo Casillo. «Vi sono gravi responsabilità – afferma - da parte di chi ha governato la Regione negli ultimi 5 anni. In questo periodo non è stato investito un euro per l’ospedale di Boscotrecase. Noi, invece, completeremo la struttura e la porteremo a livello di eccellenza. Solo così i cittadini avranno garantiti il loro diritti alla salute».

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