A cura della Redazione

Diciannove ordinanze di custodia cautelare (tre in carcere e sedici ai domiciliari) sono state emesse dal GIP del Tribunale di Roma nei confronti di dirigenti e funzionari di ANAS SpA ed imprenditori titolari di aziende appaltatrici di primarie opere pubbliche.

I provvedimenti sono stati eseguiti dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma su disposizione del Tribunale capitolino.

Le investigazioni hanno consentito di accertare un sistema di corruzione per l'assegnazione degli appalti, volto a favorire l'aggiudicazione degli stessi a determinate imprese. In cambio degli illeciti servizi prestati, abusando dei poteri derivanti dall’incarico ricoperto, i dirigenti ANAS SPA e gli esponenti politici indagati hanno ottenuto utilità e/o tangenti dai titolari delle aziende per un ammontare di circa 800 mila euro, sottoposti poi a sequestro.

Le opere oggetto dell'inchiesta, denominata "Dama Nera 2" (che fa seguito a quella messa in atto nell'ottobre scorso, con dieci misure cautelari) sono diverse: dall'itinerario basentano (compreso il raccordo autostradale Sicignano- Potenza) alla SS 117 Centrale Sicula, quest’ultima cofinanziata dalla Regione Sicilia, entrambi aggiudicati nel 2014, la SS 96 Barese e alla SS 268 del Vesuvio, arterie stradali aggiudicate nel 2012, arrivando sino a turbare la gara per la realizzazione della nuova sede ANAS di Campobasso, opera aggiudicata nel 2011.

«Un marciume diffuso all’interno di uno degli enti pubblici più in vista nel settore economico degli appalti», ha scritto nel provvedimento il GIP.

Gli indagati sono accusati di corruzione per l’esercizio della funzione e per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, autoriciclaggio, favoreggiamento personale e truffa.

Sono oltre cinquanta  le perquisizioni effettuate in Lazio, Sicilia, Calabria, Puglia, Lombardia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Veneto, Molise e Campania: passate al setaccio anche le sedi ANAS di Roma, Milano e Cosenza. Nel corso delle operazioni sono stati sottoposti a sequestro ulteriori 225.000 euro in contanti.

 

LA NOTA DELL'ANAS

Coinvolti i dipendenti già arrestati nella prima fase delle indagini e già licenziati da Anas. Ringraziamento alla Procura di Roma e collaborazione attiva alle indagini

Gli arresti effettuati questa mattina dalla Guardia di Finanza rientrano nell'ambito degli sviluppi dell’indagine "Dama nera" ed erano attesi. Lo ha dichiarato il consiglio di amministrazione di Anas, commentando positivamente i nuovi provvedimenti cautelari emessi dalla Procura di Roma, anche grazie alla collaborazione attiva di Anas prestata nel corso di questi mesi.

"Vogliamo ringraziare pubblicamente la Procura di Roma per l’aiuto fondamentale che sta dando al nuovo vertice di Anas nel fare chiarezza sul passato, mettere ordine e tutelare la parte sana dell'Azienda, che è costituita dalla stragrande maggioranza dei dipendenti. La Procura, con cui stiamo attivamente collaborando da qualche mese, ha strumenti di indagine che in questi casi sono indispensabili per perseguire i corrotti”, ha dichiarato il presidente di Anas Gianni Vittorio Armani, a nome anche delle consigliere di amministrazione Cristiana Alicata e Francesca Moraci.

Le persone che sono state oggetto questa mattina di provvedimenti cautelari sono quelle che erano state già arrestate nella prima fase delle indagini e già licenziate da Anas con procedura accelerata, con qualche attesa eccezione.

Anas comunque ha avviato immediatamente la richiesta alla Procura di Roma degli atti dell'indagine per poter espletare in tempi rapidi tutte le azioni ritenute necessarie a tutela dell'Azienda nei confronti di eventuali altri dipendenti infedeli, a partire dal licenziamento.