A cura della Redazione

«Sedici anni, armato, in sella ad uno scooterone e in faccia l’arroganza di chi non conosce o non riconosce le leggi dello Stato. E’successo nella nostra città. Il ragazzo, inseguito e poi catturato dai carabinieri, è adesso al centro per minori dei Colli Aminei. Ancora un adolescente borderline, ancora a Torre Annunziata. Davanti ad episodi simili noi amministratori abbiamo il dovere di interrogarci; in cosa abbiamo sbagliato? Dove la nostra idea di città si è arenata e non ha potuto intaccare questa mentalità mafiosa e sbagliata che porta un ragazzino a decidere di voltarsi dalla parte sbagliata?».

Con queste parole, il sindaco di Torre Annunziata Giosuè Starita inizia il suo post pubblicato su Facebook. Un'analisi critica che giunge a pochi giorni dall'arresto del minorenne, appena 16 anni, sorpreso nei vicoli del rione Carceri con una pistola calibro 7,65 pronta a sparare, nascosta nella cintola dei pantaloni.

«Tanto abbiamo fatto e stiamo facendo per ridare dignità ad un territorio e un popolo sfregiato dalla mancanza di lavoro, dall’estinzione progressiva di tante piccole e grandi realtà imprenditoriali che erano la sua linfa vitale - prosegue il primo cittadino -. Buchi neri nei quali lentamente si è infiltrato l’anti Stato, una sorta di welfare parallelo che è intervenuto laddove c’era il nulla. Pezzo dopo pezzo abbiamo cercato di riempire questi buchi. Abbiamo creato opportunità di lavoro, stiamo risanando quartieri problematici come il Penniniello, lavoriamo in sinergia con le associazioni per guardare in faccia il problema e affrontarlo quotidianamente. Siamo consapevoli, però, che questo non basta. Non può bastare davanti alla deriva selvaggia che prendono alcuni giovani. E allora? Allora faccio appello a tutte le forze sane della nostra società, alle scuole, alle famiglie, alle associazioni, agli imprenditori e ai commercianti perché con la pratica quotidiana si diventi esempio di legalità. Perchè chi vive autoconfinandosi ai margini - prosegue Starita - capisca bene che nel suo orizzonte ci sono magari sì potere e soldi, ma soprattutto violenza, paura, morte. Che queste strade non portano a niente. Come? Dando valore ai tanti esempi positivi, come l'impegno dei familiari delle vittime innocenti di camorra, che riescono a trasformare il loro dolore in energia positiva, e i tanti altri cittadini che testimoniano quotidianamente il loro impegno. Questo significa che ciascuno, partendo dal sindaco e degli amministratori, devono esercitare ogni giorno la legalità, come precondizione - conclude - del loro agire quotidiano».