A cura della Redazione

 

“Il Pizzo fa Schifo”. 23 novembre, Giornata della memoria delle vittime innocenti torresi della camorra. L’impegno di costituire un'associazione antiracket a Torre Annunziata. L’intervista a Tano Grasso.

Al II Circolo Didattico "Giancarlo Siani" si è parlato di questo ed altro nell’evento organizzato dal presidio oplontino di Libera "Raffaele Patore e Luigi Staiano".

L’ex magistrato Michele Del Gaudio, referente cittadino del sodalizio contro le Mafie, ha introdotto dicendo che si impegna a fondare l’associazione “Antiracket Oplonti”. Dopodiché passa la parola ai «ragazzi protagonisti», così li definisce, delle scuole superiori oplontina: Cesaro, de Chirico, Graziani, Marconi, Pitagora-Croce.

Il primo passo è quello di far elencare i nomi di tutte le vittime innocenti di Torre Annunziata: Raffaele Pastore, Andrea Marchese, Costantino Laudicino, Francesco Fabbrizzi, Giancarlo Siani, Giuseppe Veropalumbo, Luigi Cafiero, Luigi D'Alessio, Luigi Staiano, Matilde Sorrentino, Rosa Visone.

Dopo un lungo applauso, la studente Rebecca legge alcuni passi del libro “La Ferita” di Roberto Saviano. Quindi si passa alle relazioni di altri due studenti. La storia di Raffaele Pastore, ucciso il 23 novembre 1996 per aver denunciato i suoi estorsori, viene letta da Alberto, e la vita di Gaetano (Tano) Grasso, ospite d'eccezione della serata, viene ilkustrata dalla studentessa Maria Pia.

La parola passa poi proprio a Tano Grasso, fondatore della prima associazione antiracket in Italia nel 1990. «Per ricordare Raffaele Pastore bisogna provare ad essere come lui - afferma Grasso -. I commercianti sono le vittime preferite dei camorristi perché sono a stretto contatto con loro, sentono sulla propria pelle le intimidazioni. Vent’anni fa, all’epoca di Raffaele Pastore, era più difficile denunciare il racket. Oggi - continua Grasso - esistono le associazioni antiracket che tutelano le persone. Per fondarne una il tempo medio è di un anno. In occasione del 20simo anno della scomparsa di Pastore, il 23 novembre 2016, vedremo se riusciremo a farlo anche a Torre Annunziata». Insiste poi nel dire che ha senso dar vita ad un'associazione solo se si collabora con le forze dell'ordine e ci siano, tra i suoi componenti, i commercianti. Grasso conclude dando un consiglio ai ragazzi. «Create un clima favorevole nella vostra città, glielo dobbiamo a tutte le vittime innocenti», invitandoli a fare come i giovanisiciliani di “Addio Pizzo”, che hanno redatto un elenco dei commercianti che non pagano il pizzo, invitando i clienti ad effettuare acquisti solo da coloro che repsingono la sopraffazione criminale.

Michele Del Gaudio, prima di passare la parola agli studenti per l'intervista Tano Grasso, ricorda ai presenti che se vogliono aiutare l’associazione “Libera” possono acquistare la pasta “Spaghettoni”, allestita su un tavolo in un angolo della sala.

Inizia l’intervista al presidente onorario della FAI (Federazione Antiracket Italiana), una sorta di botta e risposta con i ragazzi. Ecco alcuni passaggi. «Siamo soddisfatti di aver dato una via d’uscita ai commercianti, ma è frustrante che, nonostante siano passati 25 anni, siamo ancora in minoranza». Ed ancora: «Il modo di tutela più efficace è di essere in tanti, la scorta serve squando la persona è sola. Se siamo piu intelligenti dei mafiosi, è più facile fregarli».

In seguito Grasso spiega la differenza tra tangente e pizzo, invita a scaricare i libri che parlano di questi argomenti sul sito www.antiracket.info e parla di come è cambiato il suo modo di pensare oggi rispetto al passato. «Chi paga il pizzo - sostiene - non merita più comprensione, mette in pericolo la libertà di chi non paga».

Grasso conclude dicendo: «Io rappresento il paradosso dell’antiracket. L’antiracket deve lavorare in silenzio».

La parola passa poi alla moglie di Raffaele Pastore, Beatrice Federico, che racconta di come ha vissuto prima e dopo l’uccisione del marito. «Quando morì Raffaele si viveva in una società malata, non vi era solidarietà e la camorra si esaltava. Tutto questo aveva ucciso Torre Annunziata». Infine conclude: «La voglia di andare avanti l’ho trovata grazie ai ragazzi», e legge una lettera che gli fu donata da tre giovani delle Medie.

Poi è il turno di Fabio Boccia, presidente dell’Associazione Commercianti, e del sindaco Giosuè Starita. Entrambi sostengono che oggi i tempi sono maturi, che «dobbiamo scuoterci». Dal pubblico emerge la voce del fratello di Luigi Cafiero (ucciso nel 1982). «Quando la camorra cresce, non c’è libertà per nessuno!». Parole accolte da fragorosi applausi.

Conclude il dirigente scolastico della scuola "Siani", Gennaro Cirillo. «Più che con speranza, stasera andiamo via da qui con la certezza che la camorra sarà sconfitta».