A cura della Redazione
Il Quartiere Carceri ritorna prepotentemente alla ribalta. Questa volta non per arresti eccellenti di esponenti della malavita locale ma per un fatto di cronaca che, fortunatamente, non ha mietuto vittime innocenti. Un edificio di vico Uguaglianza è venuto giù, “stanco” di restare in piedi dopo 34 anni di sofferenza, dal terremoto del 1980. Va detto, però, ad onor del vero, che il Comune aveva già da tempo provveduto a far evacuare l’immobile e ad interdire l’area circostante. Pur tuttavia, ci sono stati due feriti, madre e figlio, che spaventati dal boato provocato dal crollo dell’edificio, nella fuga hanno riportato alcune contusioni. Va detto pure che questo non è il primo crollo avvenuto all’interno del quartiere. Altri se ne sono verificati negli addietro, ma hanno riguardato sempre edifici sgomberi da persone. Il giorno dopo l’episodio, è iniziato il tiro a bersaglio nei confronti delle Amministrazioni comunali che si sono succedute dal 1980 ad oggi, responsabili di non aver provveduto a risanare un quartiere che porta ancora le ferite del sisma. «Non mi sento di condividere queste critiche - afferma il sindaco di Torre Annnunziata, Giosuè Starita - perché c’è stata sempre una grande attenzione al problema da parte dell’Amministrazione da me rappresentata. In questi anni - prosegue il primo cittadino - abbiamo investito cospicue risorse per mettere in sicurezza diversi edifici, mentre abbiamo provveduto nel contempo a farne abbattere altri, che rappresentavano un pericolo per la comunità. E’ stata posta in essere anche un’opera di riqualificazione del quartiere, con la realizzazione di nuovi impianti di illuminazione e di fogne, si è provveduto a ripavimentare alcune strade, e a recintare altre aree vietando l’acceso ai cittadini. E si tratta di interventi - sottolinea il sindaco - realizzati con fondi comunali, visto che la Regione Campania ha revocato nel 2009 uno stanziamento di 2 milioni di euro, e nel 2013, Torre Annunziata, pur facendo parte dell’elenco dei Comuni che rientravano nel progetto “Piano Città” con l’assegnazione di 25 milioni di euro, inopinatamente è stata esclusa dall’allora ministro Passera a favore di altre città. Purtroppo, spesso si dimentica di dire che si tratta di edifici di proprietà privata, le cui opere di manutenzione e/o di abbattimento nono sono di competenza del Comune». Questo è vero, ma bisogna anche sottolineare che i proprietari degli immobili del Quartiere Carceri non hanno partecipato al bando per l’assegnazione dei fondi della legge 219, perché nel 1985 l’intera area fu oggetto di un grande progetto di abbattimento e ricostruzione, dal costo di di 500 miliardi di lire, oltre 250 milioni di euro attuali. Progetto mai finanziato ma che contribuì a rafforzare i ranghi della camorra, attratta dalla prospettiva di grandi affari. «Nel quartiere - prosegue Starita - si vivono enormi paradossi, come quello dei proprietari di un palazzo che hanno citato in giudizio il Comune, responsabile di aver abbattuto l’edificio di cui erano proprietari; oppure, come quello dei lussuosi appartamenti di Palazzo Fienga con scale e ballatoi pericolanti. Va sottolineato, infine, che in questi ultimi anni c’è stato un grande intervento delle forze dell’ordine, che hanno debellato di molto il fenomeno malavitoso esistente nella zona, e ciò potrà contribuire senz’altro alla sua rinascita e al suo sviluppo. Proprio a tale scopo - dice il sindaco - l’Amministrazione comunale ha stanziato il 20 per cento in più delle risorse della Zona Franca Urbana per incentivare nuovi insediamenti produttivi in quest’area, facilitando la sua riqualificazione». Si spera che l’ultimo crollo del 28 agosto scorso, risvegli le coscienze di coloro che dovranno necessariamente intervenire in questo quartiere degradato, per far ritornare un po’ di vivibilità. «Il Comune - spiega Starita - chiederà nei prossimi giorni alla Regione Campania lo sblocco dei fondi assegnati nel 2009, mentre nel contempo provvederemo ad approvare il Piano Urbanistico Attuativo per la pianificazione del territorio in questione». ENZA PERNA