A cura della Redazione
Michele Del Gaudio intervista l’assessore regionale Edoardo Cosenza (foto) all´indomani della sentenza del Tar che “sospende” il Grande Progetto Sarno. Assessore Cosenza, innanzitutto grazie per la disponibilità ad incontrare, ascoltare, rispondere… Intanto però il tribunale amministrativo regionale ha sospeso i lavori e il presidente Caldoro è preoccupato! «Neanche io sono tranquillo. Nei prossimi giorni domanderemo al Tar l’anticipazione dell’udienza o ricorreremo subito al Consiglio di Stato. Il fiume e i suoi canali sono pericolosi: un’alluvione intensa potrebbe avere conseguenze dolorose. Voglio lasciare l’incarico con la coscienza totalmente pulita. Scriverò una lettera chiara al sindaco di Nocera Inferiore, e per conoscenza al capo della protezione civile Gabrielli, per essere certo che abbia un piano di emergenza che metta in sicurezza gli abitanti, altrimenti si assume una grave responsabilità. Mi sembra poi incauto opporsi alla parte su monitoraggio e depurazione. È come schierarsi contro la polizia e l’individuazione degli inquinatori! Pubblicheremo sul sito di Arcadis la nostra relazione ai comitati, in modo che la nostra posizione sia cristallina. Anche se siamo “sospesi”… per rispetto dei cittadini che si sono attivati sono pronto per le sue domande». Le fa onore. Cesarano afferma che nell’incontro con Arcadis, l´Agenzia regionale di Difesa del Suolo, ha avuto conferma che sarà creata a Rovigliano una foce ex novo che avrà una portata continua di acqua. «Non lo è!» È uno scolmatore! Ma quanto è lungo, largo, alto, profondo…? «L’intero adeguamento è lungo 4 km. All’inizio è l largo 6 metri, profondo 2,5 e lungo 600». Gianni D’Amato, l’ingegnere incaricato dai Comitati, sostiene che, se si deviano le acque nella seconda foce, non sarebbe più sufficiente la portata per spingerle in mare, con conseguente formazione di sedimenti ben più massicci di quelli odierni. Occorrerebbe una portata non inferiore a 10-12 metri cubi al secondo. «Verso la foce oggi non riescono ad arrivare più di 25-30 mc/s. Il Grande Progetto convoglierà 130 mc/s; ci sarà un surplus di portata di 35 mc/s di cui 10 inoltrati nuovamente verso la foce attuale. L’idea del Comitato invece è di dirigere verso il Canale Bottaro la portata del Sarno (10-12 mc/s), incanalandola verso lo Stagnone, bypassando la foce attuale. Verificheremo, ma comporta una costante detrazione di portata». I lavori dello scolmatore si potrebbero effettuare per ultimi? «Ogni piano idraulico va realizzato da valle a monte, per essere sicuri che le acque fluiscano in opere già pronte. Però il funzionamento a regime partirà solo dopo il completamento dei lavori a monte, compresi collettamento e depurazione». Manzo del Cnr, considerata la situazione, scarta l´opzione zero. Ricorda che lo scolmatore di Pisa ha impedito l’esondazione dell’Arno e consiglia un comitato popolare che controlli attività, ditte, lavori… e continui dopo… perché senza cura ci si può ritrovare una discarica. «È una prevenzione fondamentale per evitare alluvioni ed esondazioni. La garanzia è assicurata dalla rete di monitoraggio». È un altro libro dei sogni attraverso un altro carrozzone inutile? «È un apparato che potenzia ed integra l´attuale sistema di controllo delle acque. Pubblicheremo i dati sul web in modo che tutti possano verificarli». L’inquinamento del Sarno risale agli anni ‘60, quando a Solofra, nelle aziende conciarie, si sostituì il tannino col cromo, e aumenta con lo sviluppo abitativo e dell’industria conserviera. Esiste una mappatura di scoli e scarichi illegali? Chi deve accertarli, e sorprendere gli stabilimenti mentre bloccano illecitamente i depuratori? Perché Comuni, forze dell´ordine, magistratura sono innocui? «Durante i lavori idraulici, tutti quelli su fogne e depuratori saranno conclusi. L´eventuale inquinamento successivo sarà dovuto a scarichi abusivi. Le stazioni progettate ed i prelievi secondo protocolli stringenti consentiranno la compartimentazione delle zone e una agevole individuazione dei colpevoli. C’è bisogno di forti sinergie tra tutti gli enti competenti e tutti gli 800.000 abitanti del bacino: insieme dobbiamo stanare chi inquina e farlo punire in maniera esemplare». E un tavolo unico con Arcadis, amministratori locali, cittadini ed esperti, che discuta, informi la popolazione e decida solo dopo? «Per gli enti avviene da tempo. Con i comitati ci stiamo riunendo da qualche settimana e stiamo analizzando alcune proposte che dovremmo accogliere». Le vasche di laminazione, che riducono portata e velocità dell’acqua, comportano cementificazione e impermeabilizzazione dei suoli, nonché lo svincolo di 8 kmq che potrebbero divenire edificabili in un’area già eccessivamente urbanizzata. «Non è vero! Saranno realizzate interamente in terra ad eccezione di imbocco e scarico: il cemento sarà utilizzato solo dove la captazione è impossibile con terreno naturale. Il fondo resterà permeabile. Quanto al declassamento, il GPS abbatte la pericolosità a parità di valore esposto: mette in sicurezza 5.444 edifici e circa 43.000 abitanti». Ma si può stabilire subito che le aree attualmente in R3/R4 non saranno edificabili? «Per legge, in un´ampia fascia fluviale non si può costruire. Andrebbero addirittura demolite molte costruzioni e serre. Se possibile, lo farò certamente. Figuriamoci se voglio nuove costruzioni!» Distruggerebbero 60 ettari di suolo agricolo, pari a circa 98 campi di calcio. «Non determinano distruzione, ma rimodulazione con possibilità di colture stagionali. La superficie è sensibilmente inferiore agli 8 kmq. È possibile che un territorio sia più penalizzato, ma proprio a Nocera Inferiore gli allagamenti sono molto frequenti». Creerebbero melma tossica con grave pericolo per la salute! «L’aumento della diluizione diminuirebbe fortemente l’influenza delle sostanze disciolte. Lo stato attuale, con l’estrema variabilità dei punti di esondazione, anche per eventi pluviometrici piccoli e medi, determina una elevatissima concentrazione delle sostanza contenute nel fiume». Con gli anni le acque inquinate raccolte potrebbero venire a contatto con la falda sottostante, contaminando l’acqua che finisce nei rubinetti di parte della comunità nocerina! «La rimozione dei sedimenti e l’adeguamento delle sponde miglioreranno nettamente il contesto: l’acqua rimarrà nelle vasche 6-7 ore; la permeabilità al massimo sarà pari al 2 per cento con interessamento al limite di 1 metro di terreno. Nessun danno alle falde! Peraltro sono favorevoli tutti i Comuni, compreso Torre Annunziata, ad eccezione di Nocera Inferiore…». ...Che ha ottenuto la sospensiva! «È legittimo rivolgersi al giudice». Per tutti la criticità si concentra a valle della confluenza dell’alveo comune nocerino. D’Amato propone uno sfioro alternato nel punto, con indirizzo nel controfosso sinistro delle portate di tempo asciutto e lo sfioro nel Sarno solo di quelle eccezionali. «Il gruppo di progettazione sta vagliando il suggerimento che potrebbe essere utile». Potrebbero essere sufficienti interventi sull’esistente? Anse, letto, vasca Cicalesi, chiuse borboniche, anche per navigabilità; riconvertendo il Conte di Sarno; conservando la pensilità del Bottaro; recuperando come foce lo Stagnone? «Sono in corso verifiche e simulazioni sulle indicazioni dei comitati. La Cicalesi già rientra nel GPS. Lo Stagnone sarebbe comunque una seconda foce. Anche sulle chiuse e sulla navigabilità il discorso è complesso per i lamentati sedimenti e la velocità dell’acqua». Per alcuni la riqualificazione con piste ciclabili distruggerebbe chilometri di argine naturale. «Il GPS prevede soltanto l’adeguamento degli argini e si limita a non opporsi ai progetti presentati da molti Comuni che le comprendono». È vero che manca la Carta di Rischio Residuo per comprendere i pericoli successivi? «C’è nella presentazione alla Commissione Europea». È vero che la Commissione VIA (Valutazione Impatto Ambientale) è composta dagli stessi soggetti proponenti il Progetto? «La Commissione VIA è costituita da dirigenti della Regione. Arcadis non vi ha mai preso parte». Mercolino vorrebbe ricostruire l’antica Pompei con porto e seconda foce navigabile con imbarcazioni d’epoca per i turisti. Mazzella un’area protetta con sentieri, percorsi ciclopedonali, visite guidate, corsi di educazione ambientale, un’area umida per canottaggio, sky-surf, wind-surf, pesca agonistica, gare di modellistica. «Sono proposte che non ho mai sentito. Tutte le istanze provenienti dai tecnici comunali sono state prese in considerazione». Secondo lei, il fiume è molto meno inquinato. Potrebbe fornirci i dati del 1975, 1995, 2002 in poi? «Sono sul sito di Arcadis. Mi riservo di organizzarli in maniera sintetica e comprensibile». Come saranno rimossi e smaltiti i sedimenti fluviali? «Con le tecniche tipiche del dragaggio in alveo e secondo le prescrizioni del VIA. Lo smaltimento avverrà in siti di stoccaggio e trattamento già esistenti ed autorizzati». Legambiente segnala la violazione delle Direttive Europee 2000/60 sull’ambiente e 2007/60 sulle alluvioni, delle norme sulla partecipazione e sulla Rete Ecologica Regionale. «La risposta è sul sito di Arcadis. Sono state applicate leggi e regolamenti. Il progetto è sul sito, completo ed a stralci». Alla luce delle tante proteste, si può chiedere all’UE una proroga per il finanziamento, senza perderlo, o il suo rinvio in modo da riarticolare il GPS? «Impossibile. Si può solo ritirare, destinando i fondi alla difesa del suolo in altre località. Ma sarebbe assurdo dopo l’approvazione delle commissioni politiche regionali e concorrenza e direzione generale ambiente di Bruxelles». Comunque, come procede il disinquinamento? «Stiamo attuando gli interventi finanziati a dicembre, come a Scafati. Sono fruibili 1,5 milioni di euro per la rete fognaria di Poggiomarino, in aggiunta a quelle di Torre Annunziata e Boscotrecase. C’è la gara per vasca Cicalesi per 5,3 milioni di euro. L´inquinamento della Salera è stato risolto al 70 per cento e si provvederà a breve per gli altri scarichi». È sicuro che tutto andrà bene? Sono ancora tante le critiche! «Spero di aver risposto a tutte. Ribadisco che, conclusi i lavori idraulici e di disinquinamento, la colpa sarà solo dei cittadini che delinquono o non denunciano, e delle autorità che non controllano. Chiedo aiuto a tutti. In totale investiamo 400 milioni: accanto ai 200 del GPS ve ne sono 190 per il disinquinamento, di cui 150 non utilizzati dal commissario e 40 recentemente sbloccati dalla Regione». È sempre disponibile a dibattiti pubblici? «Sì! In tutta sincerità credo che il Grande Progetto fiume Sarno sia il migliore possibile. È il frutto di dieci anni di analisi e confronti del fior fiore dei professori e professionisti di costruzioni idrauliche. Garantisco il 100 per cento della buona fede dell´intero staff».