A cura della Redazione
Ancora una volta, la drammatica situazione ambientale nel comprensorio vesuviano, ed in particolare nell’area terzignese e boschese dove è localizzata l´ex Cava Sari, torna alla ribalta dopo la visita dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle, il deputato Luigi Gallo ed il senatore Andera Cioffi. Il 9 dicembre scorso, seguiti da alcuni tecnici ed ingegneri da loro delegati, si sono presentati ai cancelli della discarica per un’ispezione e per chiedere la possibilità di effettuare dei campionamenti delle acque di falda da prelevare dai pozzi-spia, onde poterne verificare l’attuale grado di inquinamento. Già in precedenza, a seguito di analisi specifiche, era stata evidenziata la presenza di sostanze altamente tossiche come il tricloropropano e il dibrometano. E’ da sottolineare che ad oggi l’invaso dell’ex Cava Sari è l’unico gestito in maniera legale tra numerosi altre discariche del tutto illegali, che nel tempo hanno accolto rifiuti di ogni sorta, presenti intorno alla stessa Cava Sari. La scintilla che ha fatto scattare le perplessità dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle, e che in seguito ha portato alla maturazione della visita ispettiva presso l’impianto oramai saturo da tempo, è stata accesa dalle nuove analisi di gestione, eseguite durante il corso di quest’anno, che sconfesserebbero il superamento dei limiti di legge riferiti alla presenza di metalli pesanti e di sostanze altamente tossiche, così come riportato in quelle precedentemente eseguite nel 2012. A seguito di tale incongruenza, si è quindi voluto optare per un’analisi specifica, superpartes, che potesse offrire maggiori ragguagli in merito alla situazione endogena legata al territorio vesuviano che accoglie la discarica. Alla richiesta dei prelievi avanzata dai due politici ai tecnici di servizio all’impianto, è sopraggiunto un netto rifiuto in quanto non si avevano le autorizzazioni e gli ausili necessari (contenitori sterili) per effettuare i campionamenti. Alla presa di posizione è seguita l’indignazione delle parti richiedenti, in quanto chi gestisce l’impianto, come affermato da Gallo e Cioffi, ha negato la possibilità di divulgare ai cittadini, tramite questo loro intervento, la situazione in cui versa oggi una parte del loro territorio. Questo diniego potrebbe essere un indice di poca chiarezza sulla gestione di un impianto che, fin dall’inizio della sua istituzione, ha destato grande sdegno e enormi proteste, come ben ricordiamo, da parte di Comitati, Movimenti e singoli cittadini dell’area vesuviana. Lo scompiglio del caso non è stato soltanto legato al rifiuto dell’effettuazione dei campionamenti, ma ancora di più dalla mancata comunicazione di questa visita ai Comitati cittadini che da anni si battono contro lo scempio eco-ambientale perpretato a danno del territorio. Ad "infuocare" la visita ai cancelli della discarica sono state le imperterriti Mamme Vulcaniche che avevano chiesto, senza esito positivo, ai due parlamentari del MoVimento 5 Stelle di permettere ad una loro rappresentante di seguire la delegazione durante la visita all’interno dell’impianto, onde poter accertare e comunicare, poi, ai cittadini lo stato attuale in cui versa l’immenso “panettone” ivi nato dopo ben quattro anni di sversamenti, e su quanto si era discusso tra le autorità del Parlamento e i tecnici che gestiscono attualmente l’invaso. Vedendosi rifiutata la richiesta, negata anche dall’onorevole Gallo, che ha loro risposto che non poteva essere lui ad autorizzare l’ingresso a persone non preventivamente tascate per la visita, le donne “in rosso” hanno manifestato fermamente il loro dissenso in quanto tale gesto scavalcava tutti quei cittadini che da tempo soffrono per questa annosa situazione. I Comitati cercano ancora delle risposte, come per altro le chiedono i cittadini, sul grado di inquinamento del territorio in cui vivono e per il quale si battono da anni, ricevendo in cambio ogni tipo di vessazione e umiliazioni da parte anche di quegli organi che dovrebbero essere al servizio dei cittadini e dovrebbero cautelarne il Diritto alla Salute. Un diritto che, in barba ad ogni prescrizione costituzionale, è stato più volte violato e non difeso come realmente doveva essere fatto. In merito c’è chi attende ancora oggi delle chiare risposte ai tanti quesiti rimasti inascoltati. VINCENZO MARASCO