A cura della Redazione
«Dati allarmanti che confermano il rischio ambientale nell’area vesuviana». In un comunicato, la Rete dei Comitati Vesuviani denuncia il grave impatto sulla salute generato dalla presenza delle discariche nell’area protetta del Parco Nazionale del Vesuvio. « Il rapporto - prosegue la nota -, per ora ancora non ufficializzato dal Ministero della Salute, ma riportato da blog indipendenti, conferma, purtroppo, quanto rilevato nell’ultimo studio SENTIERI e precedenti: i Comuni dell’area vesuviana di Boscoreale, Boscotrecase, Castellammare di Stabia, Ercolano, Napoli, Pompei, Portici, San Giorgio a Cremano, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco e Trecase compresi nel SIN (Sito di Interesse Nazionale)-area del litorale vesuviano e sue sub-perimetrazioni, declassato di recente dall’ex ministro dell’Ambiente Clini a Sito di Interesse Regionale, causa la presenza delle fonti di esposizione (amianto e discariche), evidenziano dati di mortalità in eccesso per le malattie degli apparati digerente e genitourinario negli uomini e nelle donne. Nelle donne vi è un eccesso per tutte le cause e per tutti i tumori. Negli uomini tantissimi i casi di tumore alla pleura. Per tutti un incremento delle malformazioni genito-urinarie. Da tempo sono tante le denunce a tutti i livelli per le tante discariche abusive di cui è pieno il Parco Nazionale del Vesuvio - è la denuncia della Rete -. Soprattutto discariche di amianto, a seguito della dismissione dei tanti capannoni industriali del litorale e contenuto nelle lastre di ethernit, responsabile delle patologie pleuriche. Le stesse falde acquifere risultano, da più rilievi, inquinate da percolati e metalli pesanti, a causa delle tante discariche vecchie e nuove, non ultima la stessa ex Sari di Terzigno col suo milione e passa di tonnellate di rifiuti tal quale e speciali. Gli stessi dati dell’Asl, relativi all’incremento delle certificazioni di esenzione per patologie tumorali, marcano un costante aumento negli anni, soprattutto nei distretti sanitari che fanno capo ai comuni dell’area. Per questo abbiamo chiesto conferme al Registro tumori di popolazione che l’Asl ha attivato da tempo. Per questo insistiamo affinché la Regione Campania riapprovi la legge istitutiva del Registro dei tumori regionale, accogliendo le motivazioni della Corte Costituzionale che ha bocciato la precedente normativa. Per questo saremo in audizione, in lista tra i tanti soggetti convocati, presso la XII Commissione Sanità del Senato per l’indagine conoscitiva sugli effetti dell’inquinamento ambientale sull’incidenza dei tumori, delle malformazioni feto-neonatali ed epigenetica a spiegare il nostro punto di vista sullo stato del disastro ambientale in Campania e in particolare quello che viviamo quotidianamente nell’area vesuviana. Per questo chiediamo di mettere in pratica da subito le azioni di messa in sicurezza dei siti localizzati e programmare e finanziare le bonifiche. Non c’è più tempo per le chiacchiere e le polemiche - chiosa la Rete -. E’ necessario agire e subito per tentare di arginare un disastro che si preannuncia di proporzioni bibliche. Poi accertare e punire i responsabili di tale scempio».