A cura della Redazione
Quale sarà la sorte dell’Oplonti Multiservizi, la società mista che si occupa dello smaltimento dei rifiuti a Torre Annunziata? La discussione è stata affrontata ieri a Palazzo Criscuolo tra i capigruppo consiliari e i rappresentanti sindacali dei lavoratori della partecipata. L’intenzione dell’amministrazione comunale sarebbe quella di mettere in liquidazione la società per poi privatizzare il servizio, o i servizi, visto che oltre ai rifiuti, la Multiservizi si occupa anche della pulizia degli uffici pubblici e giudiziari, della manutenzione del verde pubblico e della gestione della sosta a pagamento. Non sono dello stesso avviso, invece, i sindacati i quali temono che un’operazione del genere possa avere ripercussioni sull´occupazione. A dire il vero, il decreto sulla spending review prevede, oltre alla liquidazione della società, anche la cessione della quota detenuta dal Comune (nel nostro caso il 51 per cento) e la possibilità per la nuova società di mantenere l’appalto per i successivi cinque anni. Ma questa ipotesi è stata scartata a priori dall’amministrazione comunale perché a tutt’oggi non è stato mai quantificato il debito che il Comune ha nei confronti con la Multiservizi. E quantificarlo ora equivarrebbe a dichiarare il dissesto finanziario dell’Ente, visto che le casse comunali non dispongono della somma occorrente per la liquidazione del debito (all’incirca 3 milioni e mezzo di euro). Non ci sarebbe, pertanto, una via d’uscita se non la liquidazione della società. L’opposizione, tuttavia, ha ipotizzato una terza soluzione, dal momento in cui il decreto sulla spending review non si applicherebbe alle società di interesse generale, quale potrebbe essere ad esempio la Multiservizi. La proposta, però, andrebbe valutata e discussa da nell’ambito di un successivo incontro a cui parteciperebbero sindaco, revisori dei conti del Comune e della società mista, e dirigenti del Comune. Per completezza di informazione, va detto che il contratto con la Oplonti Multiservizi è scaduto il 31 dicembre 2011. Da allora c’è stata una proroga di sei mesi dell’appalto (fino a giugno 2012) ed un successivo riaffidamento del servizio (scadenza 31 dicembre 2012). Oltre non si può più andare, per cui è necessario, al di là delle tre ipotesi prima citate, indire una nuova gara per affidare il servizio ad un nuovo soggetto.