A cura della Redazione
"Ho venduto per tre milioni di euro Villa Filangieri ad un albergatore, ma non posso procedere all’atto di rogito perché la comunità di recupero tossicodipendenti “La Tenda” che attualmente occupa la struttura, non ne vuole sapere di lasciarla. Se non riuscissi a venderla potrei denunciare il direttore del centro al tribunale penale di Napoli”. Scoppia la polemica tra il Vescovo di Pompei Monsignor Carlo Liberati (foto), e il direttore del centro “La Tenda” Don Antonio Vitiello. La vendita della splendida villa del ´700 a due passi da Capo Oncino a Torre Annunziata, donata al Santuario di Pompei da una antica famiglia nobile napoletana per permettere la villeggiatura ai bambini dell’orfanotrofio, è praticamente cosa fatta. Al suo posto dovrebbe sorgere un grande albergo con vista sul mare, ma l’atto di vendita non può essere completato perché la struttura non è stata ancora liberata dagli attuali inquilini. Una ventina di ragazzi ex tossicodipendenti e gli operatori che lavorano nel centro di recupero “La Tenda”. Il motivo risiederebbe nel fatto che non esiste una regolamentazione precisa in fatto di trasferimento di strutture terapeutiche. In sostanza, il centro non potrebbe traslocare in una struttura dello stesso distretto. Da qui le difficoltà: “Quando la legge 149 del 2001- attacca il Vescovo di Pompei Carlo Liberati- ha distrutto gli orfanotrofi con inciviltà, villa Filangieri non ci serviva più e così fu data in comodato d’uso gratuito alla comunità “La tenda”. In tutti questi anni- continua il Vescovo- non abbiamo mai ricevuto nulla, neanche un grazie, pur occupandoci della manutenzione. Il problema è sorto quando, una volta ottenuto il permesso dalla segreteria di Stato, abbiamo chiesto di liberare la villa per la vendita, perché avevo trovato un acquirente. Il direttore non ha dimostrato gratitudine e riconoscenza, rifiutando pesino di rispondere al telefono. Intanto a noi i tre milioni di euro servono per mandare avanti una vera e propria azienda con 217 dipendenti. Ho saputo inoltre che questi ragazzi non possono essere trasferiti nello stesso distretto. Una regolamentazione ridicola. Intanto fino a quando- conclude il Vescovo- non va via la comunità, io non posso incassare i tre milioni di euro. Ne ho parlato anche con il presidente della Regione Caldoro e con il cardinale Sepe”. Non si è fatta attendere la replica di Don Antonio Vitiello, sacerdote che nel corso degli anni ha salvato centinaia di giovani ex tossicodipendenti: “Le parole del vescovo? Preferisco- dice Don Antonio- non rispondere e impegnarmi per trovare la soluzione migliore per questi ragazzi e per le loro famiglie. La chiesa dovrebbe essere vicina a queste problematiche ma se il Vescovo la pensa diversamente mi dispiace molto. Stiamo parlando di ragazzi che hanno grandi problemi, e la maggior parte dei quali proviene dal carcere. Il nostro obiettivo- continua- in questo momento è quello di non vanificare gli anni di lavoro e di sacrifici che noi operatori e le famiglie di questi ragazzi hanno fatto. Il regolamento parla chiaro e non permette il trasferimento nello stesso distretto. Stiamo valutando l’ipotesi di trasferirci a Portici in una struttura confiscata alla camorra. Sarebbe possibile, dal momento che Portici fa parte del distretto Napoli 1, mentre Torre Annunziata del distretto Napoli 3. Da qualche giorno, stiamo anche arredando i locali”. MAURIZIO SANNINO