A cura della Redazione
La grande voglia di rinascita si attiva fra la gente torrese ed i movimenti popolari spontanei si moltiplicano. Stiamo assistendo, stupefatti, ad un fenomeno di riconquista spontanea della dignità morale, del senso civico e del rispetto delle cose mai evidenziato prima con tanta esasperata voglia di cambiare e intervenire. Finalmente un senso di ribellione alla statica della politica locale che produce solo danni di immagine e, prima ancora, morali per la città. Lo stato di abbandono che continuamente poniamo in rilievo da queste pagine si evince in maniera sconcertante e, vivaddio, suscita non soltanto più lo sdegno da parte dei cittadini ma anche la volontà di partecipazione come non si era mai manifestata prima. Forse la rinascita comincia proprio da questi sintomi che ci auguriamo perdurino conducendo ad un autentico movimento popolare di iniziative per ridare la città al cittadino. Abbiamo impiegato anni a predicare il verbo della possibile rinascita, opportunamente ci siamo spesi a dare suggerimenti, a lanciare inviti, a promuovere progetti, a suggerire delle soluzioni possibili per modificare la fisiologia della città dandole anche un assetto esteriore che rispondesse a nuove esigenze e la configurasse diversa da come è stata negli ultimi anni di “non gestione” delle Pubbliche Amministrazioni che si sono succedute alla guida del civico consesso. Ma abbiamo altresì lamentato la latitanza delle organizzazioni locali, delle parrocchie, dei partiti, dei sindacati, delle associazioni commerciali, della stessa Pro Loco. Con le elezioni ci si aspettava un cambiamento radicale, ma le strategie della piccola politica del sottobanco, del regalo, della promessa, hanno prevalso ancora. Ed ora? Ora pare che la gente finalmente rinsavisca, pare che tutti abbiano realizzato che niente è cambiato e rischiamo di sprofondare oltre il profondo del profondo pozzo dove giacciamo. Ecco insorgere gruppi organizzati di quartiere che si sbracciano e si attivano mostrando una grande propensione al “fai-da-te”. In fondo, se abbiamo metabolizzato gli esempi ricorrenti del nostro amico Oscar Guidone, che con i suoi ospiti tedeschi ci ha dimostrato come i cittadini si attivano per concretizzare la loro attenzione alle cose pubbliche, che sono di tutti, oggi possiamo emularli e far intendere che la lezione è servita e saremo attenti alle cose che ci appartengono come soggetti attivi della “nostra città”. Cosa c’è di più bello di una strada pulita, di marciapiedi sgombri, di aiuole fiorite che danno colore alla città e lasciano un segno di benvenuto al passante, dico anche lo stesso torrese proveniente da un altro quartiere, dall’altro lato della città. E poi, consentitemi, non mi piace quando si parla di Torre nord e Torre sud, come fossimo due fazioni o due esistenze alternative. Siamo Torre! E basta! Lasciate che siano le indicazioni stradali e le denominazioni autostradali a consegnare allo straniero le parti geografiche del territorio, ma non ci lasciamo dividere da segnali esterni alla nostra dignità di cittadini di Torre Annunziata. Estirpare rami e foglie, rinvangare un giardinetto, raccogliere rifiuti mal riposti, se fatti da uno di noi, potrà essere un invito per tutti quelli che ci osservano. Anche gli amici degli animali capiranno che non è possibile continuare ad imbrattare dove si vuole aiuole e fiori. Anche le amiche dei gatti capiranno che non possono continuare con il loro pietismo a dare fastidio alla comunità lasciando in giro piatti e barattoli, involucri e pietanze varie, che sono poi un invito per altri animali ad invadere le strade e rovinare con escrementi gli spazi pubblici. Chi ama gli animali se li accolga in casa propria, li denuncia, paga una tassa comunale e potrà pretendere che l’Amministrazione indichi i luoghi deputati alla loro accoglienza, luoghi controllati, regolarmente puliti e disinfettati. E’ un’altra cultura? No, deve appartenere anche a noi se vogliamo assimilarci agli altri cittadini che non sono più civili di noi, ma che dimostrano rispetto per le leggi e amore per la città. Ben vengano dunque tante altre iniziative. Noi plaudiamo a quelli che, dedicando un’ora di attenzione e di fattiva collaborazione coordinata e organizzata, ma innanzitutto finalizzata, si prestano per il divenire del quartiere, della strada e della città tutta. Gli amici del quartiere Murattiano, quelli di via Caravelli, di via Staiano e tanti altri di cui non conosciamo direttamente l’esistenza siano di esempio e tutti insieme scopriremo di quanto amore siamo capaci verso il nostro territorio. Giovani, anche voi, datevi da fare perché il da fare è veramente tanto e aspettiamo da voi il grido più alto e più forte: fatevi sentire! BERNARDO MERCOLINO da TorreSette del 13 luglio 2012