A cura della Redazione
“Mi rifiuto di considerare Metropolis un quotidiano attivo sul fronte del contrasto alla camorra". Sono queste le parole, forti e per certi versi criticabili, del sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio (foto), diffuse in un comunicato ufficiale diramato da Palazzo Farnese. Orami è scontro aperto tra la testata giornalistica ed il primo cittadino stabiese, dopo la pubblicazione di un servizio sulle nozze in carcere di un presunto pentito della camorra, in seguito al quale la Redazione di Metropolis era stata oggetto anche di minacce. "Al più, con molta fantasia, si tratta di un quotidiano che, una tantum, ha subito una intimidazione camorristica (che condanno) causata non già da una politica editoriale stabilmente e a tutto campo improntata alla denuncia della criminalità organizzata, bensì da uno stile giornalistico consolidato che è quello del pettegolezzo giudiziario, per quanto riguarda la notizia delle nozze del presunto pentito, nonché dalla improvvida e sino ad oggi non confermata diffusione del preteso pentimento da parte del boss Salvatore Belviso”, ha proseguito Bobbio, secondo cui la notizia avrebbe danneggiato le indagini. "È bene chiarire che - afferma ancora Bobbio -, a mio giudizio e per quella che è la mia esperienza, ove mai l’imputato avesse deciso di collaborare con la giustizia, poiché la cosa sarebbe stata mantenuta nel più assoluto riserbo, la diffusione di una tale notizia da parte di Metropolis, vera o falsa che sia, ha certamente generato un’attenzione investigativa trattandosi di una iniziativa che ben può aver messo a rischio non solo le indagini della Procura antimafia, ma anche la stessa incolumità dei parenti del preteso collaboratore di giustizia, evidentemente non ancora sottoposti a programma di protezione". Parole dure che non vengono ignorate dalla Redazione di Metropolis, che replica alle accuse mosse dal primo cittadino attraverso l´editoriale del direttore Giuseppe Del Gaudio apparso sul sito web del quotidiano, dal titolo "Il vestito dell´anticamorra". "L’anticamorra non è un vestito che si cuce addosso a proprio piacimento - scrive Del Gaudio -. Bisogna avere il coraggio di esporsi quotidianamente, come facciamo noi da anni, senza nascondersi dietro cariche elettive transitorie che danno adito a chi le ottiene di poter alzare la voce a piacimento, tanto c´è sempre chi può istituire una scorta. Non ci siamo mai eretti in questi anni a paladini dell’anticamorra - continua il direttore -, né lo vogliamo fare adesso. Pensiamo invece che più di uno, sindaco pro tempore compreso, non abbia capito la gravità della situazione che Castellammare vive in questo momento. Un momento storico particolare in cui non servono paladini anticamorra, né autorità che vantano principi di legalità, o azioni passate, per il ripristino della legalità. Servono azioni concrete ora e subito di contrasto alla camorra e ripristino del vivere civile e democratico. Noi continueremo ad essere la voce critica del territorio e non ci fermeremo davanti alle intimidazioni della camorra e neanche davanti all’inconsueto e violento astio di un sindaco che cerca di delegittimare chi la camorra la combatte veramente e non solo a chiacchiere. Noi non siamo eroi, nè lo vogliamo essere. Siamo solo cronisti di una realtà difficile - conclude Del Gaudio -, in cui le frasi ´gentilmente pronunciate´ sono intimidazioni mafiose".