A cura della Redazione
Il 26 marzo ricorre il settimo anniversario dell´omicidio di Matilde Sorrentino (foto piccola). Mamma coraggio, come è stata poi ribattezzata, aveva 49 anni quando fu freddata sulla porta di casa da un colpo di pistola. Pagò con la vita la sua denuncia degli abusi che venivano perpetrati ai danni dei bambini della scuola del rione Poverelli di Torre Annunziata. Uno scandalo pedofilia che gettò fango sull´intera città, e che finì sulle prime pagine della cronaca nazionale. Matilde è stata una delle tante vittime innocenti della camorra che, purtroppo, hanno segnato Torre Annunziata. Luigi Staiano, Raffaele Pastore sono solo alcuni dei nomi di coloro che hanno sacrificato la loro vita per la legalità. Domani, 26 marzo, alle ore 18, l´Associazione Alilacco-Sos Impresa-Casa della Solidarietà di Amleto Frosi (foto grande), che si batte contro il racket e l´usura, ricorderà Matilde e tutte le altre vittime innocenti di camorra nella manifestazione che si svolgerà nella chiesa di S. Alfonso de´ Liguori, in piazza mons. Orlando. Una corona di fiori sarà deposta sul monumento dedicato alle vittime innocenti della camorra. Verrà celebrata, poi, una messa da don Tonino Plamese, referente regionale dell´associazione contro le Mafie "Libera". Tra le altre, anche l´importante testimonianza di Pina Buonocore, sorella di Teresa, assassinata a Portici per motivi simili che hanno portato all´omicidio di Matilde Sorrentino, e quella di Alessandra Ruotolo. L´iniziativa nasce dalla collaborazione dell´Alilacco con l´Amministrazione comunale di Torre Annunziata, la Regione Campania ed il Coordinamento campano delle vittime innocenti di camorra. «Sarà una giornata di riflessione e di confronto - spiega Amleto Frosi -. Ma anche di denuncia delle carenze del sistema che non dà risposte celeri a chi ha perso i suoi cari per mano della camorra. Purtroppo, ancora oggi, c´è paura di denunciare - prosegue Frosi -. La camorra a Torre Annunziata, ma anche altrove, continua ad esercitare una forte pressione sui commercianti che sono restii a rivolgersi alle forze dell´ordine. Sì, è vero. Le denunce per racket ed usura sono aumentate ma ciò non basta. Il lavoro di polizia, carabinieri e magistrati sta pian piano dando i suoi frutti. Purtroppo, fino a quando si dirà che tali fenomeni non esistono, mentre l´attività giudiziaria palesa l´esatto contrario, non faremo passi in avanti. Occorre diffondere la cultura della denuncia e far capire che solo così si potrà debellare il fenomeno malavitoso. Addirittura ci sono processi in cui gli imprenditori ritirano le accuse nei confronti dei loro aguzzini, rischiando anche la reclusione pur di proteggere i delinquenti. Tutto ciò è sintomatico delle difficoltà che si incontrano nel nostro territorio. Speriamo, un giorno, di non dover ricordare altre vittime come lo fu Matilde. La nostra è una sorta di associazione temporanea di scopo, che si prefigge l´obiettivo di diffondere la cultura della legalità ed il rispetto delle regole, cose che ad oggi non sono ipotizzabili. C´è ancora molto da fare. Occorre creare sinergia, fare sistema contro la camorra. Coinvolgere chiese, scuole ed i cittadini. Basta con i personalismi. Bisogna stare insieme, cosa che a Torre Annunziata è molto difficile. Più si è disuniti, più si dà spazio alla camorra". "Il ricordo di Matilde Sorrentino è un atto doveroso da parte di questa Amministrazione - ha sottolineato l´assessore alle Politiche Sociali, Ciro Alfieri -. Quella di domani sarà anche una giornata di tristezza per una famiglia distrutta dalla morte di Matilde. In quegli anni la città ha vissuto momenti particolari e difficili. Dobbiamo impegnarci tutti, come collettività, a ricordare Matilde e le altre vittime innocenti della malavita attraverso atti, gesti quotidiani. Da questo punto di vista, l´Amministrazione ha fatto tanto, incentivando quelle iniziative atte al recupero delle aree disagiate della città. Sono stati confiscati alloggi di camorristi, poi assegnati ai cittadini più bisognosi. Il Comune ha licenziato un dipendente perché camorrista. E´ questa la strada sulla quale proseguire per debellare il fenomeno camorristico. Azioni concrete rivolte in special modo a quei ragazzi costretti a vivere in zone ad alto tasso delinquenziale. Toglierli dalla strada, coinvolgerli in progetti di legalità, in attività delle chiese e delle scuole è fondamentale. Lavoriamo come Amministrazione in questa direzione". "Esiste un´anticamorra chiacchierata ed una concreta - ha spiegato il sindaco Giosuè Starita -. E´ facile parlare senza assumere la capacità concreta di contrasto alla criminalità. Siamo stati noi a licenziare un esponente della camorra locale che era dipendente comunale. Perché non è stato fatto prima? La vera sfida di questo territorio, della nostra città, è quella di creare sinergia. Occorre infondere una mentalità diversa nei cittadini. Spesse volte, il fatto di dire "c´è la camorra" assurge a giustificazione per i nostri comportamenti. E ciò riguarda l´intera società torrese, non solo una sua parte. La chiesa sta prodigando il suo sforzo per aiutare i giovani dei quartieri degradati. L´esempio dell´Oratorio della Madonna della Neve, quello delle suore di via Murat sono significativi modelli di anticamorra nel concreto. I convegni non bastano, serve un sostegno reale, quotidiano. Alzare la voce non giova a nessuno. Torre Annunziata è stato il primo comune in Italia ad aderire volontariamente alla normativa che affida gli appalti alla Prefettura e al Provveditorato. Questi sono segnali tangibili, concreti di anticamorra intrapresi da questa Amministrazione. Naturalmente, la crescita del nostro territorio deve essere accompagnata anche dallo sviluppo economico. A tal rigurado, l´Amministrazione ha posto in essere una serie di provvedimenti utili a favorire le imprese e l´imprenditoria locale. Senza considerare, poi, che il progetto della Cittadella Commerciale, che sorgerà nell´ex area Aquila Prefabbricati, sta finalmente concretizzandosi. Abbiamo chiesto ed ottenuto che la società imprenditrice assuma obbligatoriamente lavoratori di Torre Annunziata. E stiamo parlando di oltre duecento unità. Una boccata di ossigeno, dunque, che ci spinge ad essere ottimisti per il futuro". DOMENICO GAGLIARDI