A cura della Redazione
Il Parlamento di Bruxelles ha approvato una risoluzione che mette nero su bianco il fallimento del governo nella gestione della spazzatura in Campania. E ora l´Italia rischia una procedura di infrazione con tanto di sanzione pecuniaria. Il Parlamento Europeo boccia senza se e senza ma la gestione dell’emergenza rifiuti a Napoli. Bruxelles chiede all’Italia, per l’ennesima volta, di rispettare la legislazione comunitaria, coinvolgere la cittadinanza e migliorare la trasparenza per contrastare il coinvolgimento criminale. Nella risoluzione approvata oggi dall’Europarlamento si parla anche di “criminalità organizzata”, ovvero di Camorra. Gli eurodeputati hanno infatti messo nero su bianco come “l’opacità nella gestione dei rifiuti da parte delle autorità pubbliche abbia favorito una maggior presenza dei gruppi di criminalità organizzata”. Un cartellino rosso a tutte le misure straordinarie applicate dal governo italiano per derogare alle regole sulle valutazioni d’impatto ambientale e sugli appalti pubblici, come “la nomina di commissari speciali e l’utilizzo dell’esercito”. Inoltre il testo approvato “deplora le accuse penali rivolte contro alcuni cittadini che stavano dimostrando pacificamente contro l’apertura di nuove discariche e la violenza usata dalle forze dell’ordine”. Ma al peggio non c’è mai limite, visto che la risoluzione, oltre a invitare la Commissione a monitorare il rispetto delle regole comunitarie, ipotizza anche eventuali sanzioni pecuniarie nel caso d’inosservanza. Un’altra tegola che rischia di cadere sulla regione Campania che già si è vista bloccare i fondi europei dalla Commissione per i “progressi minimi compiuti finora nella riduzione dei rifiuti e nel riciclaggio”. Infatti si è rivelato un flop il piano regionale presentato dal presidente della Regione Stefano Caldoro al commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik, che lo scorso 23 ottobre ha dichiarato che la situazione in Campania ricorda molto la crisi dei rifiuti del 2007, a seguito della quale fu decisa una procedura d’infrazione contro l’Italia. E una nuova procedura si avvicina sempre di più, viste anche le ultime sentenze della Corte di Giustizia Ue (4 marzo 2010) che ha censurato l’Italia per non aver creato una rete d’impianti sufficiente a garantire lo smaltimento dei residui urbani in un modo che non metta in pericolo la salute della popolazione e l’ambiente. E poi ancora pollice verso dell’Aula di Bruxelles alla decisione di “aprire discariche all’interno del parco nazionale del Vesuvio, come a Terzigno” e in altri “siti a Natura 2000 e in siti appartenenti al patrimonio dell’Unesco per i rischi ambientali o per la salute inconciliabili con la normativa ambientale Ue”. Il testo è stato presentato congiuntamente dalle sinistre e dai liberal democratici (S&D, GUE/NGL, ALDE, Verts/ALE), mentre sono stati respinti tutti i 17 emendamenti presentati da 40 deputati del Ppe ed in particolare, da tutti gli italiani del Pdl. La Risoluzione è passata con 374 voti a favore, 208 contrari e 38 astenuti. Questi i punti più importanti della risoluzione approvata dal Parlamento Europeo. • Si “deplora la precedente decisione di aprire discariche in aree protette all´interno del parco nazionale del Vesuvio, come a Terzigno” e “non sia accetta qualsiasi altro progetto di ampliamento di queste discariche”. • La Risoluzione chiede “il blocco dei fondi Ue per la Campania (145,5 milioni di euro) fino a quando la Regione non avrà un piano adeguato ed effettivamente conforme alle norme Ue”. Fondi stabiliti dalla Corte di Giustizia con una sentenza del 4 marzo 2010. • Per quanto riguarda la pesante multa cui l´Italia andrebbe incontro se non ottemperasse le richieste di Bruxelles, il Parlamento europeo ´´invita la Commissione a monitorare gli sviluppi e a sfruttare i propri poteri, anche intentando una nuova azione che chieda sanzioni pecuniarie (articolo 260 del TFUE), facendo sì che le discariche esistenti rispettino la legislazione Ue”. • La risoluzione ricorda che l´emergenza rifiuti riguarda anche il Lazio, la Calabria e la Sicilia. Inoltre sottolinea che “i progressi compiuti nella riduzione dei rifiuti e nel riciclaggio dei rifiuti domestici sono stati minimi e che rifiuti domestici e di altro tipo continuano ad essere portati nelle discariche indiscriminatamente, talvolta a quanto sembra mescolati a vari tipi di rifiuti industriali”. • Nei suoi passaggi più politici il testo della risoluzione comune, frutto del lavoro di cucitura svolto dal Pd di fronte ai testi inizialmente presentati dai Verdi e dalla Sinistra radicale (Gue), osserva che ´´le misure straordinarie sono state´controproducenti e teme che l´opacità da parte delle autorità pubbliche abbia favorito una maggiore presenza di gruppi di criminalità organizzata, anziché ridurla e quindi chiede alle diverse autorità di assicurare un livello di trasparenza molto maggiore´´. Durante le dichiarazioni di voto, l´eurodeputata olandese Judith Merkies (S&D), prima firmataria della risoluzione, ha chiesto un voto favorevole spiegando che: "l’intenzione del testo è quella di mandare un messaggio politico forte”; “l´Italia, come tutti gli altri Paesi, deve necessariamente rispettare le normative Ue”; che “gli emendamenti presentati dal Ppe non sostenendo questa tesi rischiano di annacquare questo messaggio”. Il voto di oggi rischia di aprire una crepa tra Pdl e Lega anche in Europa visto che all’origine della risoluzione c’è anche un’interrogazione parlamentare a firma di due eurodeputati del Carroccio con la quale si chiedeva alla Commissione “se intendeva prendere provvedimenti finanziari nel caso le autorità regionali non presentassero un piano di gestione in grado di risolvere definitivamente la questione rifiuti”. Insomma una cartolina mandata da Bruxelles a Berlusconi e Caldoro per un’emergenza rifiuti mai davvero risolta. E con una condanna implicita anche della precedente gestione “bassoliniana” della Regione che rischia di fare molto rumore in una Napoli in piena campagna elettorale. ANTONIO LECCESE www.vesuvionline.ilcannocchiale.it